Che lavoro posso fare… Se hai passato la maggior parte della tua vita a sentirti dire che “non importa quello che fai, basta che guadagni”, che i “sogni sono cose per bambini, devi crescere e guadagnarti da vivere”, la probabilità che tu sappia cosa vuoi davvero dalla vita, quale lavoro è davvero in grado di farti sentire felice, realizzato e pieno di voglia di fare, è bassissima.
Lo psicologo umanista Maslow, diceva: “Un musicista deve fare musica, un artista deve dipingere, un poeta deve scrivere, se vuole essere in pace con sé stesso. Ciò che un uomo può essere, deve essere. Deve essere fedele alla propria natura. Questa necessità si può chiamare l’auto-realizzazione“.
Eppure l’uomo, in tutte le epoche della storia, ha sempre sentito il lavoro soprattutto come un dovere, una inevitabile fatica, per consentire la sopravvivenza a sé stesso e ai propri cari.
Ma se il lavoro non fosse solo sforzo fisico o intellettuale? Se fosse invece un modo per sviluppare le proprie capacità cognitive, un modo per diventare una persona migliore, per conoscere sé stessi, per sviluppare i propri punti di forza?
Se ti stai chiedendo che lavoro posso fare significa che sei in un momento di confusione nella tua vita lavorativa. E questa, per quanto ti sembri strano, è in realtà un’ottima cosa. Il senso di vuoto e di smarrimento che provi in questo momento può essere infatti il tuo più grande alleato per prendere in mano le redini della tua vita professionale e puntare il timone della tua nave verso qualcosa che non solo ti permette di guadagnare ma anche di sentirti pienamente realizzato.
Se tu potessi fare una sola cosa per cambiare la tua vita, senza dubbio ti inviterei di cercare qualcosa che ami appassionatamente e trasformarla nella tua professione.
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Che lavoro posso fare vs Qual è il lavoro ideale per me
Unire passione e lavoro è sicuramente la via più rapida per avere successo e felicità nella tua vita.
Ora, è sicuramente vero che non è così semplice da fare quanto lo è da dire, ma è anche altrettanto vero che è uno sforzo che vale totalmente la pena.
Se quindi ti stai chiedendo che lavoro posso fare nel senso di qual è un qualunque lavoro che posso fare che mi permette di pagare le bollette e liberarmi di un lavoro che odio, ti invito caldamente a riformulare la tua domanda.
Pochi di noi sono cresciuti con messaggi costruttivi tipo: “Figlio caro, ti amiamo profondamente e sappiamo che sei nato per realizzare il tuo unico e inimitabile destino. Vai, cerca, occupati di realizzarlo ed essere felice, noi saremo al tuo fianco comunque e ti sosterremo”.
Molto più probabilmente la nostra vita è stata costellata da messaggi più o meno espliciti del tipo: “Per essere amato mi aspetto che tu sia/faccia questo, che tu ti comporti in questo modo, che tu prenda queste scelte”.
Gli sforzi che si devono fare per vivere un’intera vita fatta di resistenze e forzature vengono motivati con il dire che “La vita è fatta così. Lo dicevano persino i latini: vita pugna est, la vita è una battaglia. Se lavori duro, ti sforzi e segui le regole allora sarai felice”.
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Un lavoro NON vale l’altro!
Con mio padre condivido due cose: l’amore per i dispositivi elettronici e quello per i libri. Capita quindi che facciamo delle reciproche incursioni l’uno nelle libreria dell’altra, alla ricerca di qualche titolo che ancora non abbiamo letto.
Tempo fa, in una di queste incursioni, lui deve aver preso dalla mia libreria uno di quei libri “sovversivi” sul successo, la passione e la felicità (!) che mi ostino a leggere. In questi giorni mi è ricapitato di riprenderlo in mano e, mentre lo sfogliavo, sono stata attirata da qualcosa di strano: appunti a matita con la sua inconfondibile calligrafia.
Uno di questi diceva: “L’errore di Erica sta nel pensare che ci siano lavori che portano al successo e altri no. Non è il lavoro o l’idea, ma come lavori”.
Qualche pagina prima, a fianco di un paragrafo che diceva “la chiave per una vita agiata è semplicemente svolgere il lavoro che ami” lui aveva aggiunto: “o amare il lavoro che hai scelto”.
Non potrei spiegare meglio il concetto: questa, in sintesi è la filosofia da cui io provengo, è il modo di pensare con cui io e moltissimi altri – fra cui quasi sicuramente anche tu, diversamente non saresti qui – siamo cresciuti. Secondo mio padre e i padri delle generazioni prima della nostra, il lavoro è il mezzo con cui si porta a casa la pagnotta, è un dovere che devi assolvere, un compito da svolgere perché è giusto così, perché DEVI. Lavoro per loro significa dignità, significa soddisfare i bisogni primari, non deve necessariamente essere legato all’espressione di sé. L’autorealizzazione, il fare un lavoro che ami, è un di più, qualcosa che capita, non un tuo diritto.
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Se ti dà un lavoro con cui mantenerti, tu al mondo devi essere grato e non devi chiedere altro, non è necessario che ti senta anche realizzato.
Chi pensa in questo modo è convinto che i sogni siano giochi di fantasia da abbandonare quando si diventa grandi e che le persone scontente del proprio lavoro sono di quelle che amano solo lamentarsi, una specie di “mai contenti”.
Hai un lavoro? Vuoi essere felice? Bene, allora vedi di farti piacere quello che fai.
Questa è la filosofia che ho imparato da mio padre e di cui tuttora gran parte della società ci vuole convincere.
Ma con la comparsa di internet nelle nostre vite la situazione è drasticamente cambiata.
E’ stato stimato che una persona oggi è sottoposta in una sola giornata al numero di informazioni e scelte a cui una persona del secolo scorso non era sottoposta nell’arco della sua intera vita.
Il grado di stress a cui siamo sottoposti oggi è immensamente più grande di un tempo. Il livello di abilità e i requisiti per stare sul mercato del lavoro in modo dignitoso oggi sono drasticamente aumentati.
Quello che una volta era sufficiente per “portare a casa la pagnotta” oggi non basta più. Il modello sociale ed economico a cui i nostri genitori hanno, per forza di cose e di abitudine piegato la testa con obbedienza sta andando in mille pezzi, trascinando con sé anche tutti coloro che non hanno la prontezza di capire che il mondo del lavoro è cambiato e servono nuovi modelli e nuove abilità per affrontarlo.
Ecco perché la domanda che è fondamentale cominciare a porti è:
che lavoro posso fare che mi permetta di realizzare i miei doni migliori in modo che il mondo sia interessato a me?
Nel nuovo mondo del lavoro c’è sempre meno spazio per gli automi del lavoro: le persone che continuano a lavorare solo in cambio di uno stipendio e non connettono la propria essenza con ciò che fanno, sono i principali candidati ad essere sostituiti dalle macchine e dai robot.
Chi invece trova il modo di fare un lavoro che lo appassiona, lo accende, lo riempie di entusiasmo alla mattina da non vedere l’ora di cominciare la giornata, è una risorsa per il mercato che – invariabilmente – continuerà a cercarlo e soprattutto pagarlo.
Immagina: la mattina ti alzi presto dal letto saltando fuori come una molla dalle coperte, pieno di entusiasmo e di voglia di metterti a lavorare. Non sei minimamente preoccupato delle ore che dovrai lavorare perché sai che ti passeranno velocemente, quasi troppo! Hai ormai chiara esperienza dello stato di “flusso” in cui sempre più spesso finisci mentre lavori, quello stato quasi magico in cui il tempo sparisce, le cose si fanno quasi da sole senza nessuno sforzo, mentre tu ti senti in pace e stai da Dio.
Lavorare per te non un dovere ma vera passione.
Qualcosa che a volte rende persino un po’ gelose le persone care che hai attorno… Sembra proprioche tu e il tuo lavoro siate “in amore”!
Niente male vivere così vero?
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Ok, ma come faccio a trovare quello che amo davvero?
Lo so, arrivati a questo punto le persone di solito hanno gli occhi a forma di cuore trafitto da una freccia: la preoccupazione di non sapere più cosa vorrebbero davvero e, se lo sanno, di non poter vivere di questa loro passione.
Ora, visto che l’argomento mi sta particolarmente a cuore e non è per nulla scontato da affrontare come tradizionalmente viene fatto nei corsi di formazione personale stile “cammina sui carboni ardenti, buttati la paura alle spalle e vai per il tuo sogno”, ti invito ad approfondire quanto prima PerCorso AzioneIKIGAI perché solo lì trovi tutte le risposte di cui hai urgente bisogno.
È il primo percorso scientifico per scandagliare il mercato (e la tua anima) alla ricerca delle opportunità di lavoro più adatte a te, per
- liberarti dallo stress,
- trovare la professione che vale il tuo tempo,
- realizzarti pienamente ed essere pagato per quello che meriti (davvero).
Nel frattempo voglio darti una serie di indicazioni pratiche che puoi mettere in atto immediatamente per cominciare a cercare la tua vera passione. Sono indicazioni di base che, già da sole, potrebbero metterti sulla buona strada di ritrovare il tuo sogno.
- C’è qualcosa che già oggi ami fare? Hai un hobby, o qualcosa che amavi fare da bambino ma non hai preso in considerazione seriamente da adulto? Che sia leggere fumetti, collezionare qualcosa, fare qualcosa, creare o costruire, esiste probabilmente un modo in cui potresti arrivare a rendere questa cosa una fonte di reddito. Ora non pensare come, saresti sopraffatto dal non sapere i passi da fare. Per quelli ti consiglio caldamente di entrare nel percorso Azione IKIGAI. Adesso accontentati solo di arrivare a vedere se esiste da qualche parte nel profondo di te qualcosa che, al solo pensiero di metterti a fare, ti fa battere il cuore, ti riaccende l’energia, ti fa sentire un guizzo che parte dalla pancia e sale alla gola.
- Su quale argomento non finiresti mai di aggiornarti, leggere, studiare, ascoltare o navigare nel web? Fai un censimento di che cosa negli ultimi anni ha catturato la tua attenzione in modo importante (ok, sesso online non vale fra le opzioni 😉). Ci sono buone probabilità che lì in mezzo ci sia qualche indizio importante per scovare la tua vera passione.
- Brainstorm. Qui ci sono diverse strategie che puoi applicare. Una prima e semplice strategia consiste nel girare sempre con un quadernetto in cui annotare ogni volta che vedi qualcosa che ti accende improvvisamente l’attenzione e l’entusiasmo. Potrebbero essere situazioni in cui semplicemente hai detto, fatto o risolto qualcosa. Non tralasciarle: quelli sono elementi di soft skills che potrebbero essere indicazioni preziose.
- Ricerca online. Come spiego nel libro e nei miei corsi, il numero di professioni conosciute, quelle per cui esiste una facoltà o un titolo di studio è solo una piccolissima percentuale del numero di professioni che esistono in realtà oggi, grazie alla continua evoluzione della tecnologia. Finché continui a cercare fra le solite professioni sei destinato a non trovare il tuo vero sogno. La tua passione potrebbe essere per qualcosa che non sai nemmeno che esiste, quando cominci a cercare (a me è successo proprio così! E sempre più persone che seguo si ritrovano in questa situazione…)
Puoi fare il lavoro che vuoi, se capisci cosa vuoi
La strada per il tuo lavoro “grande amore” esiste. Devi solo cercarla. Non la troverai nei posti scontati dove hai camminato fino ad oggi.
Hai bisogno di aprire gli occhi ed esplorare il mondo con uno sguardo nuovo e il modo migliore per farlo è seguire i passi di chi ha già fatto questa strada.
Per questo ti invito a seguire Azione IKIGAI che abbiamo preparato per chi, come te, ha letto avidamente ogni parola che ho scritto: dentro di te sai di avere bisogno di una soluzione ma non puoi trovarla dai forMotivatori, non puoi trovarla camminando sui carboni ardenti, né dentro lo studio di uno psicologo (quando seguirai Azione IKIGAI capirai bene anche questo). L’unico posto in cui puoi trovare la risposta che cerchi è nei passi di chi ha passato esattamente quello che stai passando tu.