Tutti parlano di quanto è difficile e stressante cercare lavoro ma chi si trova a cercare lavoro senza riuscire a capire che lavoro fare nella vita o quanto meno nel prossimo pezzo di vita, vive una condizione ancora peggiore.
La maggior parte delle persone concorda sul fatto che è una guerra cercare lavoro con tutta l’imprevedibilità che comporta il mandare curriculum, non ricevere risposte, prepararsi per i colloqui, non ricevere feedback, venire a conoscenza delle più improbabili e insoddisfacenti proposte di lavoro e via dicendo.
Tuttavia, una parte molto grande del motivo per cui cercare un lavoro può essere così difficile è il fatto che, a volte, non sai nemmeno COSA dovresti cercare!
Quale lavoro è effettivamente giusto per la mia fase di vita personale e professionale?
Quale percorso professionale voglio percorrere davvero?
… quello che sto facendo nella mia ricerca di lavoro mi sta portando dove voglio?
La buona notizia è che non sei solo.
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Perché è fondamentale capire che lavoro fare nella vita
Anni fa partecipai ad un convegno che aveva come argomento “Il Benessere Organizzativo nella Società post-industriale” (un titolo invitante, lo so, non mi ci far pensare…). Avevo deciso di partecipare perché speravo di ricavare qualche spunto per dare nuovo slancio alla mia vita professionale, qualcosa che mi permettesse di tornare a credere nel mio lavoro e soprattutto nei nobili principi che mi avevano portata a cominciarlo.
Un noiosissimo relatore snocciolava paroloni complicati e io stavo per addormentarmi sulla sedia, quando all’improvviso apparve una slide che accese la mia attenzione quanto un falò dopo che ci hai versato sopra una tanica di benzina. Il relatore la commentava neutro mentre a me cominciava a ribollire il sangue sempre più forte.
“Secondo l’ultima indagine globale realizzata da Kelly Services, società di servizi per la gestione delle risorse umane, su un campione di 155 mila lavoratori di cui quasi 20 mila in Italia, quasi un italiano su cinque è sicuro di avere sbagliato tipo di carriera e un altro 23 per cento non ha alcuna certezza in merito.
Secondo un gruppo di ricercatori della Harvard University e della Stanford University che recentemente ha fatto un’indagine statistica su ambiente di lavoro e stress, sarebbero 33 gli anni di vita che mediamente le persone perdono a causa di rapporti conflittuali con e nel mondo del lavoro.
Durante il Word Business Forum di Milano, da un’intervista fatta a 3’000 manager è risultato che il 95% di loro ritiene che il mondo del lavoro sia drasticamente cambiato con le difficoltà economiche degli ultimi anni e il 43% è convinto che la propria posizione lavorativa non si possa più – nonostante i titoli – considerare in alcun modo stabile.
Secondo la ricerca della London School of Business and Finance (LSBF) che ha svolto un’intervista su professionisti inglesi di diversi gruppi d’età è emerso che mediamente ben più del 47% di loro vorrebbe cambiare lavoro.
Secondo un articolo pubblicato dalla famosa rivista americana Forbes, il 52,3% delle persone sono insoddisfatte del proprio lavoro.
Se poi dalla valutazione della soddisfazione-insoddisfazione alziamo il tiro e passiamo a chiedere il grado di PASSIONE per il proprio lavoro sempre i numeri – in questo caso emersi dallo Shift Index, un’indagine pluriennale della Deloitte – dicono che solo uno scarso 11% delle persone prova PASSIONE per il proprio lavoro.”
Avevo fatto due conti al volo: passiamo al lavoro in media 8 ore al giorno (ad essere positivi) per 5 giorni alla settimana, 4 settimane al mese, 11 mesi all’anno, almeno 35 anni della nostra vita. In totale: 61’600 ore buttate via nell’insofferenza e nello stress a causa del lavoro.
… E QUESTA SAREBBE VITA???
Eppure, se provi a chiedere in giro, la maggior parte delle persone ti dirà: “E’ normale, è così che va la vita. Si diventa grandi, bisogna portare a casa la pagnotta e smettere di pensare ai sogni”.
Così, a forza ti sentirlo ripetere, anche tu finisci per mettere in dubbio tutto. Il lavoro dei sogni, la casa dei sogni, la relazione dei sogni a cui pensavi da bambino… esistono davvero o sono solo fantasia? Magari per un po’ provi a resistere ma poi finisci per crollare, sconfitto. “Mi devo rassegnare, sono solo sogni. Bisogna fare i conti con la realtà” e pieghi la testa cercando di farti andare bene il tuttoanche se è così dura che a volte vorresti solo scappare e far sparire ogni tua traccia.
Te lo sei sentito ripetere fin da piccolo da ogni dove: genitori, insegnanti, amici, tutto ti invitava ad andare al risparmio, rinunciando alle tue spinte più nobili e creative pur di “andare bene”, di conformarti al gruppo, alla massa, agli ordini, alle richieste.
La voce era così insistente, le fonti così autorevoli che, te lo confesso, più di una volta io stessa ho messo in dubbio quello che sentivo. In quei momenti il prezzo da pagare non sembrava poi così caro: scambiare la propria unicità, le proprie propensioni e preferenze per una serena tranquillità tutto sommato poteva sembrare un buon affare. Ma si è trattato di un grandissimo errore. Un errore che la crisi economica in cui siamo sta ora rivelando più forte che mai.
Oggi che il “salario” non è più soddisfacente, non è spesso più neanche così sicuro, hai bisogno di tutti i tuoi talenti, passioni e unicità per posizionarti nel mercato del lavoro con forza e potere contrattuale così da tenere testa alla tecnologia che avanza.
Quello su cui voglio portarti a riflettere attentamente è questo: ritrovare la tua passione così da accenderti di entusiasmo, avere chiaro il tuo scopo così da risvegliare energie a volontà, conoscere esattamente tutti gli strumenti indispensabili per avere successo competitivo oggi e sapere precisamente come valorizzarli così da farti strada con efficacia nella giungla del mondo del lavoro non sono più solo i requisiti per essere una persona felice, realizzata e appagata professionalmente ma sono, e saranno sempre di più, gli ingredienti determinanti per affrontare – non subire – la rivoluzione epocale che è in atto nel mondo del lavoro.
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Ancora più che capire che lavoro fare nella vita serve trovare il tuo IKIGAI
Entriamo nel vivo del problema: come faccio a trovare delle alternative, se il lavoro in cui mi trovo al momento non mi soddisfa, non mi realizza, non mi appassiona, non mi paga abbastanza, e/o non ho mai tempo per fare niente che non sia lavorare? Come faccio a capire che lavoro fare nella vita se ho solo poche idee e ben confuse?
Per quanto abbiamo detto finora, non è solo una questione di capire che lavoro fare ma piuttosto indagare sul cosa ti rende felice.
Che sia un hobby, un lavoro, un obiettivo, una persona, un luogo…qualsiasi cosa, purché rappresenti per te “una ragione per svegliarsi al mattino”.
È proprio questo, per i giapponesi, l’ikigai. Non si tratta di un “di più” ma di un requisito fondamentale attorno cui costruire la tua ricerca di chiarezza e la tua progettualità sul che lavoro fare. Perché quando hai chiaro qual è il tuo IKIGAI tutto diventa più semplice e soprattutto la tua capacità di incidere nel mercato aumenta nettamente.
La prima cosa che devi fare, concretamente parlando, è dedicarti ad ampliare scientificamente il numero dei possibili lavori a cui potresti dedicarti.
Stando alle statistiche ISTAT ci sono circa 200 professioni mediamente conosciute dalle persone. Peccato però che queste 200 siano solo una piccolissima percentuale delle ben 6000 che ci sarebbero in giro (censimento non aggiornato e sicuramente sottostimato, considerata l’evoluzione tecnologica e tutte le professioni collegate alla nascente industria 4.0).
Il momento in cui ti fermi, ti metti a tavolino e cominci a scomporre tutta la tua professionalità, elencando nel minimo dettaglio le cose che sai fare, le conoscenze e le abilità che hai, oltre a quelle che potresti conquistare facilmente perché sei già un buon dilettante, stai gettando le basi della tua strategia di conquista del mercato del lavoro.
Ti metti lì, ogni giorno, ogni sera, un’ora come minimo e ti occupi di dettagliare:
- Quello che sai fare
- Quello che conosci
- Quello che conosci di quello che fai
- Quello che conosci del settore in cui operi
- Quello che potresti facilmente conoscere del settore in cui operi
- Quello che ti piace fare
- Quello che potresti fare all’interno del settore in cui operi e che ti permetterebbe di applicare di più e meglio le tue competenze e propensioni personali
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Poi accendi internet e cominci a intervistare Google.
Sbizzarrisciti più che puoi nelle ricerche. L’obiettivo è ampliare i tuoi orizzonti professionali. Farti apparire l’esistenza di professioni e professionalità a cui non hai mai pensato, semplicemente perché nessuno ti ha mai chiesto di farlo.
E poi comincia a chiederti: oltre a quello che SO fare, cosa AMO fare?
Per poter capire che lavoro fare in modo da sentirci realizzati e soddisfatti, dobbiamo capire cosa amiamo davvero fare e cosa sappiamo fare meglio di chiunque altro.
Magari sei nel settore metalmeccanico ma hai un amore folle per la fotografia.
Benissimo. Vai su Google, su Youtube e studia tutto quello che puoi ricavare – anche solo gratuitamente – sull’argomento.
Quindi chiediti: in che modo potrei utilizzare queste mie competenze fotografiche nel settore della metalmeccanica?
Conosco una ragazza che da “semplice fotografa” si è ritagliata il posto di fotografa delle aziende metalmeccaniche.
Sai quante aziende hanno necessità di foto di qualità per le loro fiere? Sai quanta poca competenza c’è al riguardo?
Immagina di presentarti ad un’azienda e proporre loro un servizio mirato che risolve il problema delle foto inadeguate rispetto ai prodotti venduti.
Fai capire all’azienda che tu sei capace di cogliere particolari e finezze che nessun altro fotografo mai potrebbe cogliere e, proprio per questo, le tue foto saranno in grado di colpire il potenziale cliente in modo più forte e quindi aumenterà la possibilità per l’azienda di concludere vendite.
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Come decidere che lavoro fare?
Riassumendo, per capire e decidere che lavoro fare, devi prima entrare in contatto con le tue 4 P: passione, personalità, preferenze (per ritmo di lavoro, tipo di lavoro, ambiente di lavoro, ecc.) e principi (o valori). In altre parole lavorare per scoprire il tuo IKIGAI.
Fatti domande, tante domande. Tipo:
- Cosa è veramente importante per me nel mio lavoro? Paga più alta? Diventare un dirigente? Lavoro intellettualmente stimolante? Migliore flessibilità nella vita lavorativa?
- In cosa eccello davvero?
- Come posso sfruttare le mie capacità per ottenere risultati di business e migliorare la mia carriera?
- Mi piace essere un esperto di una certa funzione o preferirei lasciare i dettagli ad altri?
- Mi piace il movimento continuo tra ruoli e lavori? Mi piace essere messo alla prova con cose nuove?
- Mi piace aprire nuovi orizzonti come innovatore o lavoro meglio in un ambiente familiare?
- Mi piace l’interazione e l’esposizione o preferisco l’analisi dietro le quinte?
- Sono un “Foglio di calcolo” umano e amo lavorare con i numeri, o preferisco concetti e processi di marketing e vendita?
- Mi piace fare presentazioni e spiegare cose alle persone, anche a quelle di altri paesi o in altre funzioni?
Quindi impara di più sul lavoro che stai considerando facendo molta attenzione a cosa comporta quell’attività quotidianamente. Ad esempio, se sei interessato a diventare un ingegnere, il l’impatto finale potrebbe essere il grattacielo che hai progettato; ma l’esperienza “quotidiana” è un lavoro lento e dettagliato davanti allo schermo di un computer, che potrebbe apparirti presto molto meno affascinante e romantico del costruire un grattacielo.
E questo esempio vale per qualunque tipo di professione. Cerca il modo – soprattutto se stai valutando di cambiare lavoro completamente rispetto a quello che hai fatto finora – per capire meglio se quel tipo di lavoro, nell’esperienza quotidiana è allineato con la tua passione, personalità, preferenze e principi.
Per fare tutto questo hai bisogno di strumenti, informazioni e strategia. Ma anche di supporto e confronto per evitare di rimbalzare solo nella tua testa tra mille dubbi e confusione.
Per questo motivo, insieme a due colleghe brillanti (la Career Coach Francesca Scelsi e la Job Developer Alessandra Dell’Aglio) abbiamo messo a punto il primo percorso ALL in ONE che ti permette di avere allo stesso tempo: consulenza di carriera, strumenti all’avanguardia per la ricerca efficace di lavoro, esercizi quotidiani per trovare le risposte che cerchi riguardo al tuo futuro, dei coach esperti a cui chiedere consiglio e molto molto altro ancora.