Odio il mio lavoro… Come sopravvivere a un lavoro che ti prosciuga l’anima

Odio il mio lavoro… se solo potessi cambiare lavoro… e se solo sapessi che altro lavoro fare
La rabbia che ti sale alle tempie dopo l’ennesimo intoppo. Lo stress che il tuo lavoro ti produce ha raggiunto il limite più estremo.

Non mi piace il mio lavoro… Lo sguardo fisso nel vuoto e il cuore pesante come un macigno che ti fa chiedere come hai fatto a finire in una situazione così. Hai sfiancato i tuoi amici a forte di lamentartene. Magari ti limiti a pensarlo fra te e te: hai paura di dirlo a voce alta e sai già che ti ritroveresti addosso un mare di proteste se solo dovessi dirlo a chi ti conosce. Però hai ormai perso il conto delle mattine in cui avresti voluto darti malato pur di alzarti.  Mattine in cui il solo pensiero di rientrare al lavoro ti mette addosso un’ansia insopportabile.

Per quanto ogni storia sia diversa dall’altra, quando ti ritrovi ad odiare il tuo lavoro, a pensare che il tuo lavoro non ti appaga, un lavoro insoddisfacente, con ogni probabilità è perché in qualche momento hai fatto un compromesso. Hai scambiato la tua libertà e la tua vera passione con la sicurezza economica o con l’apprezzamento dei tuoi cari o con il senso di responsabilità nei confronti di una situazione in qualche modo ereditata.

Continuare però a vivere passivamente un lavoro che odi o che non ti piace è un costo serio per la tua vita, le tue relazioni e anche la tua salute.

Diversi studi ormai hanno dimostrato che fare un lavoro che odiamo ha un’incidenza anche elevata sulla nostra salute, in termini di stress, tanto che ormai si sprecano gli articoli scientifici sul tema dello stress da lavoro e le sue forme più estreme, il burnout o il suo opposto meno conosciuto, il bore-out (stress da sotto-impiego, da lavoro noioso, ripetibile, al di sotto delle tue qualifiche).

stress less

Ecco quindi cosa fare, un passo alla volta, se ti senti incastrato in una posizione e una carriera che non senti tuoi.

Odio il mio lavoro… che depressione

Mi alzo la mattina e mi viene la nausea al pensiero di 8 ore di questo lavoro, tutti i giorni. Mi ammalo spesso e spesso sopporto per non dover chiedere troppi giorni di malattia.

Che posso fare per tollerare meglio questa situazione? Cambiare lavoro é in programma, lo faró appena sará possibile ma nel frattempo come digerire questa cosa e non farmi venire l’angoscia ogni mattina?

Un pensiero che travolge sempre più persone e con un ritmo sempre crescente: non sopporto più il mio lavoro.

Niente di più facile che pensare di voler cambiare lavoro. Ma di questi tempi, oggi più che mai, tra il dire e il fare c’è di mezzo un oceano fatto di aziende in difficoltà, crisi globale, mercati in contrazione… E così finisci per continuare a rimandare, sperando che un giorno arrivino tempi migliori e sperando di non esserti per quel momento già completamente mangiato il fegato.  

Odio il mio lavoro ma i soldi mi servono

La cosa più difficile da affrontare quando ti ritrovi in una condizione di rifiuto verso il tuo lavoro, è smettere di oscillare nel conflitto senza via d’uscita: odio il mio lavoro ma i soldi mi servono.

I motivi possono essere diversi, ma il succo è che sei incastrato in un lavoro che odi e non riesci a uscirne. Colleghi incompetenti, lavoro frustrante, carichi eccessivi, lunghe trasferte ogni mattina per raggiungere l’ufficio, impegni, richieste, orari impossibili, nessun percorso di crescita,  sono solo alcuni dei fattori che rendono il tuo lavoro un lavoro da incubo.

Ma le bollette vanno pagate. O magari vivi in una città con poche opportunità e quindi sei obbligato a tenerti stretto il tuo lavoro, anche se ti sta lentamente uccidendo.

Continuare a rimanere in un lavoro che non ti piace è da una parte un debito pesante con il tuo benessere, la tua salute, la tua energia e la tua felicità. Ma dall’altra sembra una scelta più che ragionevole, in un periodo come questo.

Non c’è un giusto o uno sbagliato. Non è questione di coraggio, di buttare il cuore oltre l’ostacolo né di motivazione.

Ma cosa fare, quindi?

Di fronte ad una situazione complicata, l’unica cosa saggia da fare è dotarsi di sangue freddo e ragionare a tavolino, con strategia e strumenti adeguati.

Non ci può essere felicità se le cose in cui crediamo sono diverse dalle cose che facciamo

(cit. Freya Stark)
Training Elite

Non mi piace il mio lavoro: come sopravvivere a un lavoro che ti prosciuga l’anima

La prima cosa fondamentale da fare è arrivare a definire chiaramente perché non ti piace il tuo lavoro.

Per i casi della vita hai preso fin dall’inizio la strada sbagliata e continui a rimpiangere un sogno nel cassetto?

Sei stato forse costretto dalle oscillazioni sempre più brusche del mercato del lavoro a rinunciare o perdere un lavoro che amavi e da allora trovi solo cose non all’altezza?

E soprattutto: è proprio tutto tutto da buttare nel tuo lavoro oppure ci sono cose che andrebbero bene, mescolate con troppe altre che vanno male?

Avere chiarezza su queste domande è fondamentale quando si inizia un percorso di cambiamento lavorativo. Senza questa chiarezza rischi di buttare via il classico bambino con l’acqua sporca.

Molto spesso, più di quanto si creda, ci sono margini di miglioramento importanti all’interno del proprio lavoro o della propria azienda, solo che noi non li sappiamo cogliere né promuovere.

Altre volte non c’è proprio margine di miglioramento e l’unica buona cosa da fare è cambiare lavoro.

Ma non è detto che tu riesca a cambiare in tempi brevi. Meglio quindi avere una buona strategia per affrontare la transizione, senza perdere la testa.

Anche perché, quando arrivi al momento di avere la chiarezza estrema di voler cambiare, tutto diventa ancora più insopportabile. E se non ti puoi permettere di prenderti un momento sabbatico, perché appunto le bollette continuano ad arrivare, rischi di vivere un vero e proprio inferno.

Per non parlare del fatto che, cambiando, potresti trovarti poi a scoprire che il nuovo posto non è migliore del precedente e ritrovarti poi a rimpiangere il passato al grido di ho sbagliato a cambiare lavoro. Non è tutto oro ciò che luccica, lo sappiamo bene. Ma arrivare a scoprirlo dopo un cambiamento di lavoro e ritrovarsi dalla padella alla brace, non è bello.

C’è un modo certo per non dover affrontare tutte queste difficoltà?
No.

C’è un modo per affrontare più in fretta gli alti e bassi inevitabili?
Sì.

Questo modo passa per l’avere conoscenza degli strumenti che ti servono, chiarezza nella strategia da mettere in atto e persistente tenacia nel mettere in pratica le azioni necessarie.

Se vuoi metterti alla prova e vedere quanto già sai e hai in pista per essere un candidato facilmente ri-qualificabile, ti invito a fare il test Potere Professionale.

Liberati dall’odio per il tuo  lavoro, imparando ad amare chi sei

Quando si resta a lungo incastrati in una sensazione di impotenza e di frustrazione, si rischia di perdere di vista il proprio valore.

Il secondo passo quindi da fare è quello di spostare la tua attenzione dall’odio per il tuo lavoro all’amore per te stesso. Quell’amore che, molto probabilmente, in questo momento non senti di provare affatto.

Niente di più normale infatti, sentirsi in qualche modo colpevoli o vittime per la situazione in cui ci si trova. Sensazioni queste che niente hanno a che fare con l’amore e l’apprezzamento per se stessi e il proprio valore.

Ma qualunque sia la strada che vorrai o potrai intraprendere da qui in avanti, per smettere di girare in tondo attorno alle tue frustrazioni lavorative è indispensabile che tu riprenda a volerti bene. Hai bisogno di (ri)scoprire quello che ami davvero, di ritrovare fiducia in te e nelle tue capacità, di immaginarti dentro un futuro diverso.

E soprattutto hai bisogno di sapere bene chi sei, davvero.

Perdiamo moltissimo tempo a fare cose che non ci piacciono senza sapere bene il motivo, le facciamo e basta. Ma non dedichiamo quasi mai il tempo per ricordarci quali sono le nostre passioni, competenze, talenti, esperienze migliori. Il tuo valore insomma.

Solo quando avrai molto chiaro il tuo (vero) valore allora potrai costruire ponti per portare questo tuo vero valore sul mercato, valorizzandoti al meglio.

Come dico sempre, di sicuro tu vali. Ma il mondo, lo sa?

Se non hai un piano comunicativo per far sapere al mondo il tuo valore, le tue competenze, i tuoi talenti, i tuoi risultati, le tue capacità… come puoi pensare che qualcuno un giorno possa bussare alla tua porta con una nuova opportunità?

Non si tratta di mettere il Curriculum in piazza (o su Linkedin). Non è semplicemente far girare la voce in giro e chiedere se c’è qualcuno che cerca una persona come te.

Il Curriculum è morto

Si tratta di avere un intero arsenale di strumenti per far sapere al mondo che ci sei e chi sei. Quale valore puoi portare. Quale contributo puoi dare.

E tutto questo parte sempre dal sapere tu, in prima persona, chi sei e cosa vuoi.

Come ben dicevano gli antichi greci, la base di tutto è il conoscere te stesso.

Ognuno di noi, considerato che convive con se stesso quotidianamente, è convinto di conoscersi perfettamente.

In effetti sappiamo tutto dei nostri difetti, delle nostre abitudini e dei nostri gusti più frequenti. Ma, come sperimenta chiunque scelga di mettersi alla prova con un percorso strutturato di autoindagine, sono tantissime le sfaccettature di noi stessi che sottostimiamo, dimentichiamo o non consideriamo punti di forza professionali quali invece sarebbero.

Ecco perché una delle fasi indispensabili in qualunque percorso strutturato di carriera è proprio la fase di analisi iniziale delle tue competenze. Il bilancio di competenze è lo strumento più comunemente diffuso – anche se non l’unico – per fare questa ricognizione.

Come smettere di pensare “odio il mio lavoro”e vivere la vita che desideri

In un mondo ideale tu scopri di aver sbagliato lavoro o comunque decidi cambiare lavoro; ti metti alla ricerca di un nuovo lavoro; fai un po’ di colloqui e in breve trovi quello che fa per te.

Nel mondo reale… beh, sappiamo tutti che le cose non vanno affatto così, anzi. La situazione è molto più simile a questo intricato labirinto fatto di dedali stretti e sempre troppi vicoli ciechi.

odio il mio lavoro ma sono bloccato

Anche quando hai tutte le armi affilate, anche quando conosci e usi tutti gli strumenti necessari, potrebbe passare del tempo (settimane, a volte anche qualche mese) prima di trovare un nuovo diverso lavoro che ti convince abbastanza da lasciare quello in cui sei.

Nel frattempo però la vita non aspetta. Il tempo passa e se non trovi il modo di gestire efficacemente il tuo disagio per il lavoro che odi, rischi di buttare al vento un sacco di buonumore, di non goderti a pieno la vita, di stressarti ancora e magari oltre il limite che il tuo corpo non ce la fa più.

Per questo motivo, oltre ad avere un Piano di Rilancio per la tua Carriera, è indispensabile agire per trovare il modo di dare comunque un senso al lavoro che hai. Un senso temporaneo, parziale, ma un senso.

In qualche modo arrivare a sentire che quello che stai facendo è comunque utile. Non è la cosa definitiva, tu stai lavorando per cambiarla, ma nel frattempo non lasci che quel lavoro si mangi tutto il tuo benessere.

So che può sembrare difficile, ma in realtà come per tutte le cose è solo questione di focus e abitudine.

La chiave sta nel riuscire a trovare uno scopo in quello che fai. Anche il lavoro più umile può essere visto sotto un’angolatura che ti fa pensare che comunque stai facendo qualcosa di buono.
Ricordo un incontro che mi ha veramente colpita, a questo riguardo.

Ero in viaggio e mi sono fermata in autogrill per andare ai servizi. Ad accogliermi ho trovato il più sorridente, zelante, gentile operatore addetto alle toilette che io abbia mai incontrato.

In uno scambio veloce di battute, al mio complimento sul come stesse tenendo bene il posto e quanta bella energia emanasse, lui mi ha risposto che amava il suo lavoro perché si sentiva utile: era felice di dare alle persone un posto pulito in cui potersi fermare e riprendersi dai lunghi viaggi.

Un modo più che mai semplice per trovare un senso in ciò che fai è vedere che in qualche modo è di aiuto a qualcuno: alla tua famiglia, ai tuoi colleghi, ad un insieme di persone a cui arriva quel prodotto o servizio.

Certo, quello che fai ogni giorno non cambia. Certo, le criticità che incontri non cambiano per questo. Ma il tuo tenere l’attenzione sul valore che stai portando, anziché sul fastidio che stai vivendo, farà tutta la differenza.

Sembra una cavolata, ma a volte le cose più semplici e banali sono le più potenti. Provare per credere.

Nel momento in cui smetti di sentire che quello che fai ha come unico scopo lo stipendio e cominci invece a sentire che ha un’utilità per qualcun altro, ti capiterà molto meno spesso di pensare “odio il mio lavoro” e comincerai a connetterti sempre più spesso con il tuo vero valore.

Così facendo cominci a prendere in mano tu il controllo della tua situazione professionale. Smetti di subire ed essere impotente. Cominci a mettere la tua impronta nella giornata e già questo farà un’enorme differenza per te e per gli altri.

Credimi, sono così poche le persone che fanno questo piccolo spostamento che quando qualcuno lo fa si nota. E prima o poi qualcuno che se ne accorge e ti propone un’opportunità diversa arriva. È solo questione di tempo.

Odio il mio lavoro ma non trovo altro… o forse no?

E veniamo all’ultimo tasto dolente: odio il mio lavoro, ho cercato tantissimo, ho mandato centinaia di curriculum, chiesto a non so quante persone ma non trovo altro.

Se questa è la tua situazione, probabilmente stai facendo un errore strategico molto comune: cerchi dove cercano tutti. Non hai una strategia per scovare opportunità sotto il pelo dell’acqua.

Odio Il mio Lavoro
La campagna tedesca “Life’s too short for the wrong job!” che ha fatto grande scalpore per ritrarre foto di donne e uomini veri all’interno di macchine automatiche, riprendendo il (triste) concetto di turco meccanico.

Secondo una teoria molto nota, il mercato del lavoro è come un iceberg. Sopra il pelo dell’acqua ci sono le opportunità che tutti conoscono, quelle per cui trovi gli annunci nelle bacheche online o nelle agenzie di lavoro. Sono i lavori su cui però si riversano tutti, quelli in cui c’è più competizione e si gioca al ribasso. In questi lavori è difficile arrivare a fare breccia e anche se ci dovessi riuscire, la probabilità di insoddisfazione è molto alta.

Sotto il pelo dell’acqua invece ci sono tantissime opportunità di lavoro sommerse: le aziende che ancora non hanno pubblicato gli annunci ma stanno cercando fra i propri conoscenti, le aziende che avrebbero bisogno di una figura come la tua ma non ne sono ancora consapevoli, aziende che non sono disposte a pagare il costo di agenzie interinali e non hanno recruiter al proprio interno e avanti così.

Per non parlare del fatto che molto spesso al giorno d’oggi ci sono lavori nuovi a cui potresti accedere con le tue competenze e un pizzico di formazione extra. Ma non li incontrerai mai, se non sai come andarli a cercare!

Quindi non demordere. È vero che siamo in un periodo storico particolare e difficile. Ma come in ogni periodo storico particolare e difficile ci sono opportunità particolarmente affascinanti per chi sa come fare ed è disposto a rimboccarsi le maniche per farlo.

E non fare l’errore di accettare la prima offerta di lavoro che trovi, pur di scappare dove sei. Proprio perché ci sono opportunità che fino a qualche anno fa nemmeno esistevano e oggi invece sono delle vere professioni a tempo pieno, cerca di capire qual è la soluzione migliore per te, armati di pazienza e determinazione. La vita è troppo breve per fare il lavoro sbagliato.

Azione IKIGAI
Ingegneria di carriera

14 commenti su “Odio il mio lavoro… Come sopravvivere a un lavoro che ti prosciuga l’anima”

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  5. Purtroppo stanno burocratizzando e rovinando anche un lavoro che potrebbe essere bello e utile, cioè l’insegnamento. Stanno togliendo ai professori la creatività, costringendoli a seguire corsi di formazione noiosi e vacui, a scrivere in continuazione relazioni, schemi, piani, tabelle, che tolgono spazio alla progettazione didattica e al rapporto più vivo con gli alunni.

  6. Non sapendo come si cerca sotto l’Iceberg ( amamesso ci sia un metodo) continuo a lavorare solo perchè mi pagano e continuo a prendere pasticche per la gastrite e l’ansia.
    ho letto il metodo Ikigai non ho capito come applicarlo oggettivamente

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  9. FRANCESCO CASTAGNA

    di questo commento ho apprezzato due passaggi:
    Solo quando avrai molto chiaro il tuo (vero) valore allora potrai costruire ponti per portare questo tuo vero valore sul mercato, valorizzandoti al meglio.
    è molto importante amarsi anche perchè sicuramente il tuo capo ma anche tua moglie e i tuoi figli spesso non ti amano!!!!
    Sotto il pelo dell’acqua invece ci sono tantissime opportunità di lavoro sommerse, 👍 il lavoro come la vita è una questione di adattamento, trasformazione, sviluppo di nuove capacità e competenze.

  10. Mi ritrovo molto nel passaggio”passare dalla padella nella brace”…. dopo un cambio di ufficio all’nterno della stessa azienda per un calo di lavoro e collega odiosa … ho accettato di buttarmi in in un altro lavoro senza le comletenze necessarie… Risultato …. un disastro le nuove colleghe mi guardano dall alto in basso perchè loro sono del settore e si sentono superiori facendomi sentire un pesce fuor d’acqua… (per non dire peggio) Non fate lo stesso mio errere di cambiare senza una strategia .

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Erica Zuanon

Erica Zuanon

Ex frustrato Ingegnere-ma-volevo-fare-altro, oggi realizzata Content Strategist, Career Coach & Innovation Trainer, guido Aziende e Lavoratori ad affrontare con successo e autorealizzazione le sfide del cambiamento lavorativo nel mondo 4.0 attraverso il metodo proprietario CREEA®. Autrice di Missione Lavoro e Un Lavoro che Vale, ho ideato il progetto Azione IKIGAI per sostenere chi è alla ricerca del proprio perché professionale ma non sa come fare. 

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