Il mio lavoro non mi piace.
Il mio lavoro non mi piace più come una volta.
Non se mi piace il mio lavoro, cioè non so se è il lavoro che non va o se sono io che non vado.
Cosa fare in questi casi? Cambiare lavoro e rischiare di perdere i vantaggi (anche piccoli) che però hai in questo momento? Del resto, trovare un nuovo lavoro con la crisi che corre non è cosa facile. Anzi, sembra più un’idea da pazzi, vero?
Cambiare Lavoro per molti è una chimera impossibile, un sogno segreto da tenere nascosto perchè “Di cosa ti lamenti? Almeno tu un lavoro ce l’hai!”
In giro c’è crisi, le aziende chiudono, la tecnologia cancella posti di lavoro e tu hai mutuo e bollette da pagare. E poi, che lavoro fare di diverso? Il fatto che il lavoro che stai facendo in questo momento non ti piace non significa che tu sappia con chiarezza che lavoro vorresti fare di diverso. (Non ti preoccupare, è più normale e frequente di quanto tu possa pensare).
Del resto continuare a fare un lavoro che non ti piace, un lavoro che odi persino, è un danno per la tua vita, le tue relazioni e anche il tuo futuro professionale. Quando le cose vanno male, accontentarsi e stare fermi può sembrare una soluzione ma in realtà è un modo quasi sicuro per essere scalzato dagli eventi molto presto. Con la velocità con cui il mondo va avanti, rimanere in un lavoro insoddisfacente, senza trovare il modo per essere felice del tuo lavoro, significa che non avrai l’energia, la motivazione, la forza per essere proattivo.
Se non sei proattivo, se ti limiti a tirare la carretta, le probabilità che tu venga scrollato via dall’ambiente in cui sei sono sempre più alte.
Non è pessimismo ma realismo.
Le aziende chiude, l’economia è in enorme contrazione. Lo sai meglio di me: licenziamenti e chiusure sono all’ordine del giorno.
Le aziende stesse sono in grande difficoltà: troppe cose nuove, troppi imprevisti, troppa innovazione che dovrebbero produrre ma non sono in grado di produrre.
In queste condizioni la cosa più semplice è quella di licenziare, ridurre, restringere. E puoi stare certo che, se il tuo lavoro non viene percepito come un lavoro INDISPENSABILE ovvero necessario alla sopravvivenza dell’azienda per il valore che le porta, prima o poi la mannaia del taglio del personale finirà su di te.
Lo so, è una prospettiva implacabile e molto poco rasserenante. Ma il primo fondamentale modo per affrontare la realtà è guardarla negli occhi, in tutta la sua spiazzante durezza.
La ricetta per il fallimento assicurato: non mi piace il mio lavoro ma me lo tengo
Ti trovi bloccato in un lavoro che non ti piace, un lavoro che odi o addirittura un lavoro tossico ma hai paura di cambiare. Il che è del tutto comprensibile, soprattutto se hai impegni economici a cui fare fronte.
Cambiare lavoro a 30 anni quando ancora non hai una famiglia alle spalle o cambiare lavoro a 45 anni quando magari hai i figli piccoli e il mutuo da pagare, è tutta un’altra musica.
Ma chi ti dice che se rimani a farti maltrattare, se resti insoddisfatto del tuo lavoro, se continui a lavorare anche se ti mal-pagano o non ti pagano per mesi, alla fine non rimarrai comunque senza lavoro? Magari con strascichi dolorosi di azioni legali che ti lasciano ancor più l’amaro in bocca?
C’è di più. Con la pensione che diventa sempre più un miraggio da una parte e il fatto che per lavorare oggi è sempre più necessario continuare a formarsi per aumentare il proprio valore e rimanere competitivi, se resti dentro un lavoro che non ti piace hai il danno oltre la beffa: non avrai mai la forza e la determinazione di studiare e aggiornarti, quindi presto sarai scalzato da qualcuno di più giovane e meno costoso di te. E se proprio dovessi avere la “fortuna” che questo non succeda, sarai condannato comunque ad un’agonia sempre più lunga, perché la probabilità di avere la pensione diventa sempre più lontana.
Al contrario, chi trova il modo di essere felice del proprio lavoro, ha riserve quasi illimitate di energie da dedicargli: lavorare, studiare per aggiornarsi, continuare a scrutare con curiosità l’orizzonte alla ricerca di continue nuove opportunità non è assolutamente faticoso anzi, è un piacere.
Come passare da non mi piace il mio lavoro a amo io mio lavoro
Lo so, sembra quasi un miraggio ma ti assicuro che non lo è. Non solo è possibile passare da una condizione in cui non ti piace il tuo lavoro ad una in cui ami il tuo lavoro e ne trai un’enorme soddisfazione. Ma è possibile arrivare a questa trasformazione anche senza necessariamente cambiare lavoro.
Per prima cosa infatti è necessario che tu cerchi di fare chiarezza, arrivando a capire qual è il vero motivo per cui non ti piace il tuo lavoro. Quando sei preso nella morsa delle cose da fare ogni giorno, fra mille impegni, stress da lavoro e fuori dal lavoro, sempre di corsa e con mille ansie per il futuro, è molto difficile capire che cosa realmente sia il problema che genera la tua insoddisfazione sul lavoro.
Per come è fatta la mente umana, già sovraffaticata da milioni di stimoli ogni giorno, di fronte alle situazioni è molto comune fare di tutte le erbe un fascio. Un piccolo disagio nato con un collega, si carica con il tempo e gli atteggiamenti inconsapevoli fino al punto da diventare una valanga che travolge tutto ciò che incontra. Il piccolo disagio trasformato in fastidio acuto, soprattutto se prolungato nel tempo, può trasformare un problema di relazione nella sensazione che “non mi piace il mio lavoro”.
Altre volte può essere che, a seguito di un qualche cambiamento aziendale, tu non ti ritrovi più allineato ai valori o alla visione dell’azienda. Ma non sei consapevole dei tuoi valori e/o dei valori dell’azienda e quindi non ti rendi conto che il problema non ha in realtà proprio nulla a che fare con il fatto che ti piace o non ti piace il tuo lavoro. Il problema riguarda quello specifico posto di lavoro, in quello specifico contesto, rispetto a quello specifico conflitto che si è venuto a creare. Ma, più spesso di quanto tu creda, un conflitto di valori può essere appianato e riportare la pace nella tua vita lavorativa anche senza che tu debba fare chissà quali rivoluzioni.
Altre volte potresti avere la sensazione che le tue esigenze di crescita professionale sembrano andare contro la politica aziendale. Anche in questo caso però più spesso che mai, ci sono margini di trattativa e di crescita inesplorati dovuti al fatto che non sai in che modo proporre la tua esigenza di avanzamento a parte che con una richiesta di aumento.
Un’azienda può, soprattutto in questi tempi, essere molto restia a concederti un aumento di stipendio. Ma se avanzassi un progetto ben strutturato per migliorare concretamente i risultati dell’azienda e ti assumessi la responsabilità di seguire questo sviluppo in prima persona, senza nulla pretendere in cambio fino al raggiungimento del risultato, sei sicuro che troveresti la porta altrettanto chiusa?
Purtroppo, per come siamo stati cresciuti, figli del vecchio mondo in cui Mamma Fiat si prendeva cura dei suoi figli (mamma Fiat, mamma Ferrero, mamma Olivetti e via dicendo tutte le grandi istituzioni del dopo guerra in avanti), la maggior parte di noi continua ad aspettarsi che l’azienda sia capace di prendersi cura delle nostre esigenze.
In realtà però, proprio come i genitori di oggi, le aziende di oggi non hanno più le risposte su tutto come un tempo.
Così come i genitori di oggi sono completamente spiazzati di fronte alla tecnologia, e al modo con cui i loro figli interagiscono con la tecnologia, o con lo stravolgimento delle istituzioni e delle certezze di una volta, altrettanto succede alle aziende.
In mancanza così assoluta di ogni tipo di certezza, le aziende sono alla ricerca di chi le aiuti ad affrontare e cavalcare le turbolenze. Non hanno tempo e risorse per farsi carico né dei tuoi debiti, né della tua infelicità.
Quindi prenditi del tempo per chiarirti bene le idee e distinguere i vari fattori per capire qual è la vera causa del tuo malessere e del fatto che il lavoro non ti piace. Chiarirti le idee è il primo fondamentale passo per definire un piano d’azione adeguato.
Potresti scoprire che devi proprio cambiare del tutto lavoro perché il problema sta nel fatto che hai fatto una scelta sbagliata tanti anni fa e ormai la goccia ha fatto traboccare il vaso e tu non ne puoi più.
Ma si tratta di un caso piuttosto raro. Molto più spesso, con un cambio di condizioni lavorative, con un cambio di approccio tuo nei confronti dell’azienda e del lavoro, anche senza cambiare posto di lavoro, la situazione può già migliorare drasticamente.
Può sembrarti impossibile lo so, ma sappi che ci sono ormai fior fior di studi che hanno dimostrato come il semplice fatto di non sentirsi in controllo del proprio processo lavorativo, il fatto di sentirsi un ingranaggio senza nessun controllo e sconnesso da tutto il resto, è un elemento sufficiente per creare ogni forma di stress e insoddisfazione nel lavoro.
Si tratta però di un problema questo che può venire facilmente risolto cambiando il tuo atteggiamento nei confronti del tuo lavoro e soprattutto creando un piano operativo capace di scardinare la situazione in cui ti trovi. Il tutto condito da una buona dose di miglioramento nelle tue capacità comunicative e di negoziazione.
In altri casi potresti scoprire che è proprio necessario cambiare completamente posto di lavoro perché, nonostante tutti i tuoi tentativi, l’azienda non è minimamente recettiva. È uno di quei dinosauri invariabilmente destinati all’estinzione. Ma anche in questo caso, anche se dovrai aspettare fino al momento in cui troverai un nuovo posto, il fatto che il tuo lavoro non ti piace o non ti piace più, ti peserà molto meno.
Perché tu saprai che è una condizione temporanea, non ti sentirai più bloccato e impotente. Saprai che stai andando nella direzione in cui vuoi andare e hai gli strumenti per farlo.
Cambiare lavoro oggi è ancora possibile. Fare carriera e conquistare una vita professionale migliore è possibile e, anzi, se sai come fare ad usare la tecnologia e le nuove regole del mercato, puoi puntare a posizioni MOLTO più soddisfacenti e remunerative di quanto avresti mai potuto pensare e immaginare.
Il problema è che la buona volontà, la dedizione, il duro lavoro non sono sufficienti per sfidare con successo il mercato globale e iper tecnologico in cui siamo stati catapultati. Ti servono strumenti, strategia, risposte e supporto.
Per questo motivo ho creato, insieme a due colleghe straordinarie – Francesca Scelsi, Career Coach e Alessandra Dell’Aglio, Job Profile Developer – il primo gruppo di career coaching dedicato a chi è alla ricerca di risposte e chiarezza per il proprio futuro professionale.
Un percorso ALL in ONE che ti permette di avere allo stesso tempo: consulenza di carriera, strumenti all’avanguardia per la ricerca efficace di lavoro, esercizi quotidiani per trovare le risposte che cerchi riguardo al tuo futuro, dei coach esperti a cui chiedere consiglio e molto molto altro ancora.