Stress da troppo lavoro: come ritrovare l’equilibrio tra vita e lavoro

Stress da troppo lavoro

Una delle lamentele più diffuse nelle nostre vite stressate è “Vorrei una vita più equilibrata”.  “Vorrei meno stress, non riesco a godermi la mia famiglia, arrivo sempre stremato a fine giornata, non ho mai tempo per fare quello che vorrei davvero…”

La ricerca di un equilibrio tra vita privata e lavoro è un tema particolarmente importante perché finisce per essere anche e soprattutto una questione di salute, sia fisica che mentale. Diversi studi scientifici hanno evidenziato come i sovraccarichi di lavoro siano associati a un maggior rischio di incorrere in ictus e, in generale, in problemi cardiocircolatori.

Uno studio pubblicato nel 2017 sull’European Heart Journal ha evidenziato che prolungati orari di lavoro sarebbero associati ad un più elevato rischio di fibrillazione atriale, la forma più comune di aritmia cardiaca.

A conclusioni molto simili è giunta anche un’altra indagine più recente, pubblicata sull’European Journal of Preventive Cardiology che avrebbe individuato una correlazione tra lo stress da lavoro e alcune patologie cardiache.

Del resto però, ognuno di noi ha i conti da far quadrare, in un mondo sempre più complesso e complicato.

Siamo animali complessi, è impossibile isolare una parte di noi dal contesto che ci circonda. Se anche il tuo lavoro ti piace, sei comunque immerso in un mondo di impressioni, relazioni, comunicazioni terroristiche, esigenze (spesso) isteriche, pressioni fuori controllo e chi più ne ha più ne metta.

Tutto questo rende ovviamente difficile affrontare le giornate con quella serenità che permette di vivere bene e rendere al meglio.

Come trovare quindi un decoroso equilibrio tra vita e lavoro?

Prima di dare una risposta (controcorrente) a questa domanda, vediamo di fare un rapido salto indietro.

Con il termine work life balance, di origine inglese, si intende letteralmente l’equilibrio tra la vita privata e il lavoro. Si tratta, dunque, della capacità di far convivere in maniera pacifica la sfera professionale e quella privata. 

Il concetto in realtà è molto ampio: nato per la prima volta negli anni Settanta in Gran Bretagna, è diventato sempre più di attualità negli ultimi anni, man mano che lo sviluppo tecnologico ha reso sempre più sottile il confine tra vita privata e sfera professionale.

Ma non è sempre stato così, anzi: per migliaia di anni il lavoro era vita. Se non lavoravi – caccia, agricoltura, pastorizia – non vivevi a lungo.

Per millenni le persone lavoravano secondo i propri bisogni e le proprie ambizioni. Il maniscalco non doveva lavorare fino alle cinque; poteva tornare a casa quando aveva finito di ferrare i cavalli.

È stato solo con la prima Rivoluzione industriale che le cose presero una piega completamente diversa: cominciò l’epoca di boss tiranni, orari di lavoro infernali e fabbriche dove l’illuminazione artificiale eliminava ogni differenza tra giorno e notte.

Come conseguenza, nel XX secolo nacquero movimenti sindacali sempre più forti per proteggere i lavoratori e limitare l’orario di lavoro. In ogni caso, il concetto di «equilibrio vita-lavoro» non fu coniato fino alla metà degli anni Ottanta e da allora è diventato sempre più diffuso e centrale fino ai giorni nostri.

Da allora l’idea di «equilibrio vita-lavoro» si è radicata nelle sfide della vita reale e ha catturato le nostre menti e la nostra immaginazione.

Il desiderio di equilibrio è comprensibile. Avere tempo sufficiente per ogni cosa e fare ogni cosa in tempo. È una prospettiva così invitante che basta pensarci per sentirsi sereni e in pace con se stessi.

Questa calma è tanto reale da convincerci che sia lo stile di vita giusto.

Ma se non fosse così?

Se pensiamo all’equilibrio come ad un “centro di gravità permanente” come cantava Battiato, cadiamo nell’inganno di dover dedicare lo stesso numero di ore (o forse, di minuti) a tutto ciò che è importante per noi.

Il che è fisiologicamente impossibile, soprattutto considerato che oltre a ciò che vogliamo o vorremmo fare, c’è tutto ciò che “accade”: imprevisti, contrattempi, richieste dall’esterno e chi più ne ha più ne metta.

Il risultato è che, nel tentativo di dare un po’ del nostro tempo a tutto finiamo per lavorare troppe ore, troppo a lungo, troppo ininterrottamente.

Prossimi all’esaurimento ci troviamo a pensare di non avere neanche più una vita…

Ad aggravare la situazione arrivano poi i sensi di colpa per le storie della buona notte che non hai potuto raccontare a tuo figlio, la festa di compleanno o la partita di calcetto a cui non hai potuto partecipare, la serata romantica che hai dovuto cancellare per rincorrere le emergenze… per non parlare di tutte quelle attività che vorresti poter fare nella tua vita e nel tuo (sempre troppo poco) tempo libero.

Il problema di tutto questo è nel fatto che cercare l’equilibrio tra vita e lavoro, in realtà è un’illusione.

«La verità è che l’equilibrio è una fesseria. Una chimera irraggiungibile… La ricerca di equilibrio tra lavoro e vita, per come la pensiamo, non è semplicemente un proposito fallimentare; è anche dolorosa e distruttiva.»  ha detto Keith H. Hammonds del Solutions Journalism Network, un pensatore “fuori dal coro”.

Non c’è nulla che raggiunga l’equilibrio assoluto. Nulla. Per quanto possa apparire impercettibile, anche ciò che sembra in uno stato di perfetto equilibrio è qualcosa di completamente diverso: un fenomeno di equilibrismo.

Più che cercare l’equilibrio quindi, inteso come una suddivisione equivalente tra tutte le voci che richiederebbero la nostra attenzione e la nostra presenza, dovremmo cambiare la prospettiva, uscire dall’inganno del “dovrei fare tutto” e decidere invece cosa ci permette di avere una vita che ha senso.

Un senso oltre lo stipendio.

Perché certo, guadagnare è importante, ma anche non arrivare a fine corsa con un sacco pieno di rimpianti è importante.

Se dunque ottenere l’equilibrio è una bugia, che cosa bisogna fare?

Controbilanciare, compensare.

Innanzitutto potremmo sostituire la parola «equilibrio» con «armonia».

Armonia significa sapere qual è il risultato finale, il “senso” che vuoi percepire nella tua vita e dirigere in modo dinamico le tue attività quotidiane attorno a quel senso.

Sentiamo parlare così tanto di equilibrio che siamo portati a pensare automaticamente che sia proprio ciò che dovremmo cercare. Non è così. Lo scopo, il significato, il senso, sono questi gli ingredienti che rendono una vita piena di successi. Cercali e quasi sicuramente vivrai senza equilibrio ma con una grande armonia che ti darà la sensazione di vivere una vita che vale, non solo un’interminabile sequenza di cose da fare.

Molti di noi peggiorano lo stress sul lavoro con pensieri e comportamenti negativi. Ecco quindi una serie di consigli che ti possono aiutare.

Resisti al perfezionismo. Quando stabilisci obiettivi irrealistici per te stesso, ti stai preparando a non essere all’altezza. Cerca di fare del tuo meglio; nessuno può chiedere di più.

Occhio a come pensi. Se ti concentri sugli aspetti negativi di ogni situazione e interazione, ti ritroverai svuotato di energia e motivazione.

Non cercare di controllare l’incontrollabile. Molte cose sul lavoro sono al di fuori del nostro controllo, in particolare il comportamento di altre persone. Invece di stressarti per loro, concentrati sulle cose che puoi controllare, come il modo in cui scegli di reagire ai problemi.

Cerca l’umorismo nella situazione. Se usato in modo appropriato, l’umorismo è un ottimo modo per alleviare lo stress sul posto di lavoro. Quando tu o le persone intorno a te iniziate a prendere il lavoro troppo sul serio, trova un modo per alleggerire l’atmosfera condividendo una barzelletta o una storia divertente.

Ordine e pulizia. Se la tua scrivania o il tuo spazio di lavoro è un disastro, archivia e fai ordine; solo sapere dove si trova tutto può far risparmiare tempo e ridurre lo stress.

Cerca soddisfazione e significato nel tuo lavoro. Anche in alcuni lavori banali puoi trovare il modo di concentrarti su come il tuo contributo aiuta gli altri, ad esempio, o forniscono un prodotto o servizio necessario e importante. Cambiare il tuo atteggiamento nei confronti del tuo lavoro può anche aiutarti a ritrovare un senso di scopo e controllo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Erica Zuanon

Erica Zuanon

Ex frustrato Ingegnere-ma-volevo-fare-altro, oggi realizzata Content Strategist, Career Coach & Innovation Trainer, guido Aziende e Lavoratori ad affrontare con successo e autorealizzazione le sfide del cambiamento lavorativo nel mondo 4.0 attraverso il metodo proprietario CREEA®. Autrice di Missione Lavoro e Un Lavoro che Vale, ho ideato il progetto Azione IKIGAI per sostenere chi è alla ricerca del proprio perché professionale ma non sa come fare. 

Condividi l’articolo

Ti informiamo che questo sito fa utilizzo di “cookie” anche di terze parti per memorizzare dati utili alla sessione, migliorare la tua esperienza di navigazione ed eventualmente inviarti pubblicità maggiormente in linea con le tue preferenze ed aspettative. Cliccando su “ok” dai il tuo consenso all’uso dei cookie.