Voglio cambiare lavoro non ce la faccio più: mi sento bloccato, incastrato, frustrato a morte. Questo lavoro mi risucchia ogni energia. Non sono mai felice. Non ho la sensazione di avere una direzione, mi sento senza senso, ai limiti della depressione…
Di fronte a questa situazione il mondo si divide in due grandi categorie:
- I butta-il-cuore-oltre-l’ostacolo, molla tutto, cambia vita e cambia lavoro, al diavolo tutto!, la vita è una sola, non puoi continuare a star male così
- I dai porta pazienza, il periodo è disastroso per tutti, mica vorrai buttare tutto ai pesci e perdere un posto di lavoro che ti dà da mangiare e ti paga le bollette? Sarebbe da pazzi!
E tu sei nel mezzo. Da una parte la tua voglia di cambiare lavoro, il tuo non farcela più a sopportare nulla di quello che devi fare ogni giorno per vivere. Dall’altra parte il senso di responsabilità. La paura di non riuscire a trovare altro. O magari la certezza di non riuscire a trovare altro. Perché magari hai cominciato a far girare voce e mandare curriculum nella speranza di trovare un nuovo lavoro, ma tutto tace. Nessun colloquio, nessuna chiamata, nessuna speranza, apparentemente.
È evidente come il fatto di essere bloccato in un lavoro che non vuoi più fare ti renda difficile e sgradevole ogni altro aspetto della vita. Del resto, in un mondo perfetto, non dovresti che girare i tacchi e andartene, il prima possibile.
Vorresti scrivere quella tanto sognata lettera di licenziamento e marciare trionfante fuori dall’ufficio con sguardo di compatimento per chi resta in quell’inferno.
Se non lo fai è perché evidentemente qualcosa ti sta bloccando.
Che si tratti di un blocco reale o di una serie di paure al pensiero di non riuscire a cambiare lavoro senza scatenare le ire funeste di parenti e famigliari, la situazione è comunque complicata.
Sentirsi bloccati in una situazione sgradevole fa sentire impotenti e l’oscillare tra il vado o resto, non ti aiuta certo.
Cosa fare quindi?
Innanzitutto capire più a fondo le ragioni per cui una parte di te continua a pensare che in realtà non puoi permetterti di lasciarlo (altrimenti non saresti certo qui a leggere questo post, staresti già facendo le valigie!).
Voglio cambiare lavoro, non ce la faccio più ma… non posso permettermi di lasciarlo
Più o meno esplicitamente dentro di te c’è una voce che dice “NON POSSO LASCIARE QUESTO LAVORO, anche se non ce la faccio più”.
Per prima cosa quindi cerca di capire perché sei convinto di non poterlo davvero lasciare.
È perché non sai che lavoro fare altrimenti?
È perché sei convinto che il mercato è troppo in crisi, meglio non rischiare?
È perché non pensi di avere abbastanza competenze per fare un cambiamento?
È la paura di iniziare da capo? Di guadagnare di meno?
O magari hai paura (o sai) di deludere qualcuno?
Come puoi vedere, se sei bloccato nel “voglio cambiare lavoro non ce la faccio più”, le ragioni possono essere diverse. E non riuscirai ad uscire dalla trappola se non capirai qual è il vero motivo che ti tiene bloccato.
La mancanza di coraggio si cura in un modo.
La mancanza di competenze si cura in un altro modo.
Un network insoddisfacente su cui fare riferimento è un altro diverso tipo di problema.
Le caratteristiche specifiche del settore in cui operi sono un’intera altra categoria di problemi da affrontare.
Per venirne fuori quindi, l’unica cosa da fare è:
1. Guadagnare chiarezza: su di te e sul mercato (e le sue REALI condizioni, non quelle che temi, che hai sentito dire o che sei convinto di sapere)
2. Avere un PIANO d’Azione: una strategia ritagliata su misura sulla tua specifica situazione personale che ti permetta di avere chiari i passi da eseguire e le contromisure da prendere quando affronterai gli inevitabili NO, gli immancabili tombini e gli imprevedibili imprevisti.
Di questi argomenti abbiamo più volte trattato in precedenti articoli a cui ti rimando direttamente:
Come cambiare lavoro senza fare passi falsi
Cambiare carriera: la risposta è dentro di te, ma è quella giusta?
Sono bloccato: voglio cambiare lavoro ma non so cosa fare esattamente
Il mio lavoro non mi piace: come fare per vivere finalmente la vita professionale che meriti
VOGLIO CAMBIARE LAVORO: la guida definitiva per non cadere dalla padella alla brace e fare la scelta giusta
In questo post invece voglio affrontare un secondo (molto rischioso) pensiero.
Apparentemente è LA soluzione perfetta:
Voglio cambiare lavoro non ce la faccio più… mi metto in proprio! (#esonoguai)
Fan…o il capo. Fanc…o tutto. Mi metto a lavorare in proprio. Almeno non devo più rendere conto a nessuno e sono finalmente il capo di me stesso. Amen!
Magari hai letto qualche libro alla Robert Kiyosaki, l’autore di “Padre Ricco, Padre Povero”, che nell’ultimo decennio ha costruito un vero e proprio impero su un semplice e attraente concetto: mettiti in proprio, diventa imprenditore e sarai ricco e di successo.
Hai un capo che non ti valorizza, non guadagni abbastanza per arrivare a fine mese mentre lui va in giro in BMW; leggi Kiyosaki e ti senti dire che, se non sei almeno imprenditore o investitore, sei una persona finanziariamente di serie C; senti il tuo “amico” che ti dice quanto è figo quel tipo che riesce a fare investimenti immobiliari senza metterci un euro di tasca sua… Perché non provarci anche tu?
Così ti lanci e prendi la decisione di metterti in proprio. Anzi, siccome hai sentito dire che l’azione è la madre di ogni successo e che chi resta a rimuginare troppo a lungo non ottiene mai nulla di buono, ancora prima di sapere bene cosa farai e come, ti licenzi.
Così pensi: è fatta! Ora sei un imprenditore.
Almeno così ti hanno detto che devi sentirti. D’altronde, immaginare il risultato voluto è uno dei passi fondamentali per avere successo, no? … (!!!!!)
Quello che vorrei farti capire è che, a differenza di quanto sembrano raccontare le mille voci che rimbalzano sul web, non esiste NESSUNA RICETTA MAGICA PER IL SUCCESSO. Non esiste nessun percorso precompilato, nessuna indicazione o strategia che ti possa portare al successo da sola. Devi necessariamente salire tu al volante della tua vita, informarti, indagare, chiedere, mettere in discussione, creare il tuo piano e poi agire, aggiustando di volta in volta il tiro fino a quando non arrivi alla tua meta.
Non esiste una soluzione migliore di un’altra, esiste solo la tua personale ed unica soluzione che puoi costruire un passo alla volta, correggendo la rotta quando serve, ricevendo sostegno nei momenti difficili.
Nell’arco degli ultimi anni ho visto tantissime persone convinte che bastasse aver letto un paio di libri o frequentato un paio di corsi di “intelligenza finanziaria” per essere pronte a lanciarsi in improbabili avventure imprenditoriali, solo per scoprire dopo qualche mese, se non addirittura settimana, che la dura realtà era molto più dura di quello che credevano (e non ti sto a parlare in questo momento di tutti quelli che “mi sono fidato” e hanno perso anche le mutande…).
“Quando ho lasciato il mondo aziendale per iniziare il mio lavoro da libero professionista, ero entusiasta. Dopo anni di insoddisfazione e fastidi avevo finalmente l’opportunità di cambiare vita.
Ho cominciato l’attività pieno di energia e di buone intenzioni. Ero finalmente senza più nessun capo a cui sottostare, padrone solo di me stesso!
Inaspettatamente però, con il passare del tempo mi sono ritrovato a provare risentimento per il lavoro che stavo facendo.
All’inizio non mi sembrava possibile, davo la colpa allo stress, alla crisi, ai problemi.. eppure mi sentivo in trappola, i risultati non era assolutamente quelli che mi aspettavo e quello che sembrava un sogno così affascinante si stava rivelando un incubo.
Quando ho fatto un passo indietro per valutare la situazione, ho capito che molte delle decisioni che avevo preso erano basate su ciò che gli altri dicevano era il “modo giusto” per fare le cose, quello che l’industria diceva “funziona” e quello che credevo mi facesse fare soldi.
Mi sono accorto che il motore di tutte le decisioni che prendevo era la paura che se non fossi riuscito a creare un’attività di successo, sarei stato un fallimento e avrei messo a rischio la sicurezza della mia famiglia.
La cosa ironica era che, prendendo le decisioni da un presupposto di paura, avevo creato la situazione che temevo di più. Ero esaurito, stavo velocemente perdendo la passione per ciò che facevo e facevo fatica a trovare nuovi clienti.”
Non è né dunque il “mettersi in proprio” né il “lavorare sotto padrone” il punto. Il punto è che se non sei tu al comando della tua vita, se lasci che siano i “sentito dire” a guidarti nelle tue scelte, sei invariabilmente destinato al fallimento.
Puoi invece essere un professionista ben pagato nonostante la crisi, una persona richiesta sul mercato perché in grado di portare un valore che nessun altro porta o un dipendente prezioso per la tua azienda e ben pagato, a patto di sapere:
- Chi sei e cosa vuoi portare di importante nel mondo
- Come essere consapevole del tuo valore
- Come aumentare il tuo valore
- Come trovare un punto di incontro fra il tuo valore e le esigenze del mercato
- Come comunicare il tuo valore al mercato in modo che venga riconosciuto e richiesto
- Come erogare con continuità e sapienza il tuo valore sul mercato in modo da provarne autorealizzazione e, allo stesso tempo, continuare ad aumentare le tue “quotazioni” professionali.
Una volta che padroneggi questi cinque elementi fondamentali (rileggili bene perché sono più che fondamentali!), il fatto di iniziare un business per conto tuo o il cercare un nuovo lavoro in un’azienda è solo una conseguenza, l’esito di una tua valutazione consapevole, non il frutto di pericolosi “sentito dire”.
3 commenti su “Voglio cambiare lavoro non ce la faccio più”
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