Motivi per cambiare lavoro ce ne sono a bizzeffe, oggi più che mai.
- Mancanza di flessibilità,
- mancanza di riconoscimento,
- guadagni insoddisfacente,
- ambiente tossico,
- eccesso di stress
ma anche
- bisogno di nuovi stimoli,
- bisogno di nuove sfide,
- bisogno di maggiore responsabilità o
- bisogno di maggior controllo sulla propria vita professionale e dunque personale.
E ancora:
- l’avere a che fare tutti i giorni con una gestione disorganizzata e non ottimizzata del lavoro,
- il fatto di lavorare molto distante da casa,
- il ritrovarsi occupati in un’azienda inesorabilmente sul viale del tramonto
e la lista potrebbe continuare ancora a lungo
Se ti riconosci in più di tre motivazioni, significa che vorresti già cambiare lavoro ma hai paura: il tuo primo problema da affrontare è la paura del cambiamento.
Gli 8 peggiori motivi per (NON) cambiare lavoro
È nella natura umana rimanere nell’inerzia di quello che si sta facendo, anche se non piace. L’inerzia è una forza molto potente. Molte persone si convincono che possono (o devono) rimanere ancora in quel lavoro che odiano perché non è il momento, non è il caso, non è il tempo di cambiare.
E poi un giorno si alzano con un mal di testa che diventa sempre più persistente o finiscono per litigare malamente con un collega, con il capo o in famiglia senza ragioni apparenti.
È il momento fatidico in cui tutti i nodi vengono al pettine e la situazione comincia ad uscire dal tuo controllo. Le emozioni che hai represso per mesi – o per anni – vengono fuori con prepotenza, obbligandoti a fare i conti con la situazione.
Certo decidere non è mai una cosa semplice. Nemmeno cambiare lavoro sarà semplice. Sicuramente non lo sarà. Ma sarà un percorso che ti permetterà di allenare nuovi muscoli, fare esperienza preziosa e soprattutto alla fine ottenere una situazione professionale all’altezza di quello che sogni e meriti.
Abbiamo visto quali sono i motivi per cambiare lavoro più scontati e semplici. Ma quali sono le scuse che ci raccontiamo, i NON-motivi per cambiare lavoro che più spesso frullano nella nostra testa indecisa?
1. Il primo motivo per cui si tende a non cambiare lavoro è perché si tratta di un lavoro sicuro. La realtà dei fatti è che oggi non esiste nessun lavoro sicuro. Non più come lo si intendeva una volta. Se resti nel lavoro attuale solo per la sicurezza presunta che ti dovrebbe garantire, potresti ritrovarti con un cerino in mano. Il mercato è sempre più burrascoso, non puoi prevedere cosa succederà nel tuo settore né tanto meno alla tua azienda.
2. Sono affezionato ai miei colleghi.
Per quanto questa sia una bella cosa, le relazioni non devono concludersi per forza, se non lo vuoi. Neanche se cambi lavoro. A questo aggiungi che un insieme di relazioni piacevoli non potranno mai sostituire il senso di autorealizzazione che provi facendo un lavoro che ami e ti esprime pienamente.
3. Perché ormai conosco questo lavoro come le mie tasche.
Per quanto una routine consolidata possa dare sicurezza, c’è una parte del cervello umano che è fatta per cercare novità, creatività e sfide. Se non alimenti anche questa parte di te sei per forza di cose destinato ad avizzire sempre di più. E più tempo aspetti più difficile sarà cambiare.
4. Chi lascia la strada vecchia per quella nuova sa quello che lascia ma…
Certo, non sai quello che trovi. Ma potresti trovare qualcosa di molto più bello, realizzante e fatto per te di quanto non sia il lavoro attuale. E non lo scoprirai mai se resti avvinghiato alla strada attuale. Non devi per forza fare un salto nel buio (anzi, te lo sconsiglio vivamente). Puoi però cominciare a darti la possibilità di esplorare nuove strade e nuove alternative. Non hai idea di quanti universi paralleli si scoprono quando si decide di guardare al mondo con occhi nuovi e curiosi, anziché semplicemente rimanere nel dubbio amletico resto o mi licenzio?
Smetti dunque di pensare al “Mi licenzio o non mi licenzio?”. Comincia piuttosto a chiederti che lavoro fare d’altro. Se non lo sai, comincia a studiare te stesso e il mercato con attenzione e cercare alternative. Quindi definisci un piano d’azione reale e concreto. Un piano che ti permetta di valutare le opzioni attentamente, così da evitare passi falsi.
5. Sono troppo vecchio ormai per cambiare lavoro.
Questo non è un buon motivo per non cambiare lavoro. Sarai sempre più vecchio man mano che aspetti ma sarai anche sempre più frustrato e più carico di rimpianti. Non c’è mai un momento giusto o sbagliato in assoluto. Con un piano d’azione fatto su misura delle tue esigenze potresti scoprire alternative felicitanti che ti permettono di migliorare la tua situazione professionale in modo inaspettato.
6. È difficile trovare un nuovo lavoro.
Diciamo pure che non è semplice. Ma è davvero così semplice convivere con il malessere e l’infelicità che ti sta divorando a causa dell’insoddisfazione lavorativa? Il tuo corpo ti mostrerà segni sempre più decisi ed evidenti della tua frustrazione e dello stress da lavoro insoddisfacente. Le relazioni, la tua voglia di vivere non miglioreranno da sole. Sicuro che la bilancia pesi davvero a favore della comodità?
7. Ma non è un cattivo lavoro quello in cui sono.
Se non è un cattivo lavoro ma tu stai cercando motivi per cambiarlo, significa chiaramente che non è un buon lavoro per te. Hai il diritto di essere felice, soprattutto nel tuo lavoro, considerato quanto tempo ed energie richiede. La vita è una sola e passa in fretta. Buttarla via facendo un lavoro che “non è male” in generale, ma non è più buono per te, è una pessima idea
8. Ma non saprei cos’altro fare di diverso…
Questo è uno di quei tipici tranelli che la mente ci mette davanti per pigrizia. Nessuno sa che cosa vorrebbe fare d’altro se non dedica tempo a chiedersi cosa vorrebbe o potrebbe fare d’altro. E se anche hai un sogno nel cassetto, richiederà impegno e determinazione capire come realizzarlo. Perciò non è vero che non sai cos’altro fare di diverso. Solo non ci hai ancora pensato oppure lo sai ma temi di non riuscirci. In entrambi i casi la situazione si risolve guardando in faccia la realtà e prendendo il toro per le corna.
1 commento su “12 buoni motivi per cambiare lavoro (e 8 pessimi per NON cambiare lavoro)”
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