Mi hanno licenziato cosa devo fare?
Mi hanno licenziato senza giusta causa: cosa posso fare?
Mi hanno licenziato per profitto: possono farlo davvero?
Mi hanno licenziato ho diritto alla disoccupazione?
Mi hanno licenziato, cosa mi spetta?
Ma soprattutto: mi hanno licenziato, come faccio a trovare un nuovo lavoro velocemente?
Quando ti ritrovi senza lavoro all’improvviso, magari senza che tu nemmeno sospettassi nulla, è veramente un brutto colpo, difficile da mandare giù.
Mi hanno licenziato cosa devo fare?
Oltre a cercare di capire cosa ti spetta e cosa puoi eventualmente cercare di fare per tentare un reintegro, aspettati un contraccolpo emotivo importante. Essere licenziati è un duro colpo e devi prepararti ad essere forte. Il mondo non finisce con il lavoro che hai perso, per quanto in questo momento possa sembrarti così. È normale e del tutto umano essere presi da sconforto, paura, depressione, rabbia e ogni altra emozione negativa. Cercare di reprimerla o minimizzare non ti servirà a nulla.
La perdita del posto di lavoro è uno dei traumi che gli studiosi posizionano in cima alle cause di stress per portata.
Perciò assicurati prima di tutto di trovare supporto e sostegno: nella tua famiglia, nei tuoi amici, nella tua comunità. Evita assolutamente di richiuderti in te stesso. Anche perché, come vedremo a breve, rimanere socialmente attivo – online e offline – è uno dei fattori fondamentali per ritornare in carreggiata il prima possibile.
Quanto sarà questo “prima possibile” dipende da molti fattori: dipende dalla tua professionalità, da quanto è unica o diffusa; dipende dalla tua preparazione; dal luogo in cui vivi e dalla tua possibilità o meno di spostarti in altre città o regioni; dalle tue connessioni sociali; da quanto sei abile e preparato ad utilizzare a tuo favore gli strumenti della ricerca lavoro attiva.
Mi hanno licenziato ho diritto alla disoccupazione?
Come riporta “La legge per tutti“: Al lavoratore spetta il tfr, cioè la liquidazione, che ammonta all’incirca ad una mensilità per ogni anno lavorato presso l’azienda; spettano poi i ratei delle mensilità aggiuntive (tredicesima e, se dovuta, quattordicesima), la liquidazione dei permessi e delle ferie non goduti e, se il preavviso non è stato dato, o i termini di preavviso risultano parziali, deve essere anche pagata l’indennità sostitutiva del preavviso. A quanto esposto si aggiunge, poi, l’indennità di disoccupazione, che ora si chiama Naspi, e spetta per un massimo di 2 anni; il lavoratore può poi beneficiare anche dell’assegno di ricollocazione, un voucher che serve a retribuire i servizi per l’impiego o le agenzie private che aiutano l’interessato a trovare una nuova occupazione.
Mi ha licenziato senza alcuna comunicazione scritta: posso fare causa?
La legge prevede che: Il licenziamento deve essere comunicato per iscritto dal datore di lavoro. In detta comunicazione devono essere specificate le motivazioni che lo hanno determinato e l’eventuale periodo di preavviso (che può essere sostituito dalla relativa indennità).
Perciò è teoricamente possibile fare causa, ma spetta a te dimostrare che “il recesso è avvenuto per volontà del datore di lavoro e non è sufficiente la dichiarazione che il rapporto sia effettivamente cessato, potendo quest’ultimo essersi risolto attraverso l’istituto delle dimissioni o della risoluzione consensuale per fatti concludenti.“
Mi hanno licenziato ingiustamente, cosa posso fare
Secondo la legge per licenziare qualcuno serve un giustificato motivo oggettivo, un giustificato motivo soggettivo o una giusta causa.
In sostanza, ci deve essere una ragione, e questa ragione deve essere spiegata chiaramente. Purtroppo tra le giuste cause è stato fatto anche rientrare il fatto che il licenziamento per giustificato motivo oggettivo è legittimo anche quando sia legato al raggiungimento di un “profitto” o, meglio, al raggiungimento di una migliore efficienza gestionale e produttiva. Purché tale motivazione sia effettiva e non pretestuosa.
Secondo quanto riportato da Luca Failla, Professore a contratto presso l’Università LUM Jean Monnet di Casamassima (Bari) infatti:
“Con una decisione rivoluzionaria la Corte di cassazione ha stabilito che il licenziamento per giustificato motivo oggettivo è legittimo anche quando sia legato al raggiungimento di un “profitto” o, meglio, al raggiungimento di una migliore efficienza gestionale e produttiva. Purché tale motivazione sia effettiva e non pretestuosa. D’ora in poi, quindi, il licenziamento per motivo oggettivo potrà essere di fatto svincolato da operazioni di riorganizzazione che nascano necessariamente da una situazione congiunturale negativa.”
(Fonte IPSOA)
Penso che tu non abbia alcun bisogno di spiegazioni tecniche in merito. Se appena appena vivi in questo mondo da più di un ventennio, capirai perfettamente da solo la portata micidiale di questa sentenza.
Alla faccia delle forme di lavoro “disinvolte” introdotte da tutte le riforme di politica per il lavoro, Jobs Act ultimo solo in ordine di tempo, alla faccia della situazione di crisi e degli ammortizzatori sociali che poco possono di fronte al dilagante permanere della crisi, con queta sentenza la Cassazione dice che, se per un’azienda tu lavoratore costi troppo e lei non se lo può più permettere, hai poco da appellarti o lamentarti se ti lascia a casa.
Morale della questione: siccome siamo in Italia e le questioni legali sono sempre complesse e cavillose, se ritieni di essere stato licenziato SENZA giusta causa, la cosa migliore da fare è cercare un bravo legale e valutare insieme le reali possibilità per impugnare il licenziamento.
Il più però, è chiederti: ma se dovessi anche riuscire a vincere la causa ed essere reintegrato in azienda, che vita vivrei?
Ho davvero così poche alternative e fiducia nelle mie capacità da voler tentare di rientrare a tutti i costi in un’azienda che mi ha mandato via? Puoi solo immaginare che razza di situazione di stress da lavoro potresti ritrovarti a vivere.
Certo cambiare lavoro non è cosa semplice. Trovare un nuovo lavoro nemmeno. Ma valuta molto attentamente le tue alternative. Per quanto rancore o rabbia tu possa provare, tu MERITI di vivere una vita professionale soddisfacente, non di elemosinare uno stipendio a costo di avvelenarti la vita e mangiarti il fegato.
Certo, potresti rimanere a lamentarti e protestare di quanto ingiusto è il mondo, di quanto male vadano le cose, di quanta poca tutela ci sia in Italia per i lavoratori. E non avresti sicuramente nessun torto nel farlo. Ma non sarebbe per niente utile.
L’unico risultato che potresti ottenere sarebbe quello di continuare ad essere più arrabbiato e incattivito di fronte a questa situazione in cui sei ritrovato.
Purtroppo la realtà è che il mondo del lavoro è cambiato, sempre più assomiglia ad una giungla infestata di predatori.
L’unico modo per disporre di una soluzione reale alle problematiche del nuovo mondo del lavoro sta, per forza di cose, in una rivisitazione completa delle informazioni di cui disponiamo, in una sintesi innovativa e operativamente concreta. Per uscire dai guai servono diversi ingredienti nuovi, alcuni fondamentali cambiamenti di paradigma e molta chiarezza. C’è bisogno di una Riqualificazione Professionale Efficace, non semplicemente di metodi estemporanei per la ricerca del lavoro o l’orientamento professionale.