Trova un lavoro che ami (davvero) grazie al potere delle micro-soluzioni

trova un lavoro che ami

Trova un lavoro che ami e non lavorerai mai. Bellissimo vero? Ma come lo trovi un lavoro che ami? In questo post ti parlo dei Micro cambiamenti: una potente micro-soluzione per muoverti più velocemente verso un lavoro che ami.

Ti senti bloccato e schiacciato dal peso di questa grande idea di cambiare lavoro? Non hai idea di cosa dovresti fare per andare avanti? Forse stai pensando troppo in grande. In questo post parliamo di un semplice ma profondo cambiamento di modo di pensare che ti aiuterà a sentirti più energetico, fiducioso e capace di entrare in azione per davvero.

Quando racconto la storia del mio cambio di carriera, quello che solitamente racconto è la versione breve-e-romantica.

Ero infelice come ingegnere, ho chiuso la laurea nel cassetto, ho fatto la pianista bohemienne per un po’ di anni, quindi facevo la fame e sono tornata a fare l’ingegnere insoddisfatta.

E’ arrivata la crisi, sono andata in debito di una cifra per me importante, ho cominciato a cercare – notte tempo – modi per battere la crisi e poco per volta ho trasformato le informazioni che raccoglievo in una nuova carriera, ottenuta riciclando pezzi delle mie competenze insieme alle nuove informazioni.

Quello che non si coglie però da questa breve versione è tutto ciò che questa storia racchiude.

E non lo racconto tutto perché ci vorrebbero anni.

Dovrei dirti di tutti i libri, tutti i blog, i giornali che ho letto e i corsi che ho fatto. Tutte le notti insonni e la strana avventura della mia tesi di laurea che a mia insaputa aveva buttato in realtà il seme per quello che quindici anni dopo sarebbe diventato il mio famoso “Sistema di Gestione di Carriera”. I progetti iniziati e mai andati a termine. Le persone contattate e gli entusiasmi finiti in una bolla di sapone. I viaggi inutili, i blog scritti e dismessi, i soldi buttati, le liti con i miei genitori, le liti con mio marito, i pianti in auto sulla corsia di emergenza sotto la pioggia battente… e molto altro ancora.

Oggi dico, semplicemente “Ho cambiato carriera, completamente”.

E in effetti è quello che ho fatto, ma non l’ho fatto di punto in bianco. Non c’è stato un singolo specifico momento in cui ho detto “Ok, adesso è ora, cambio tutto, giro pagina” e magicamente qualcosa è cambiato.

“Cambiare lavoro” è un modo di dire che in realtà è fatto da migliaia di microazioni.

In realtà cambiare lavoro somiglia più ad un puzzle da comporre pazientemente, che non ad un interruttore acceso-spento da schiacciare.

Eppure questo non è il modo con cui normalmente si parla e si pensa del cambiare lavoro.

“Cambiare lavoro” è visto come una singola cosa che uno fa, un processo in sé.

Si tende a pensare che ci sia qualcosa tipo un “momento di folgorazione sulla via di Damasco” seguito da lettera di dimissioni e poi subito via con una nuova vita.

Sappiamo che cambiare lavoro non può essere così semplice eppure ad un certo livello dentro di noi pensiamo che questo dovrebbe succedere per cambiare carriera. Magari per qualcuno un po’ più raffinato c’è anche in più la fase di “ricerca e formazione”, ma in sostanza l’idea che abbiamo è:

“Pianoforte che mi cade in testa e mi rivela il grande sogno della mia vita lavorativa / grande salto/ Lunedì mattina finalmente deliziosi per sempre”.

Un unico grande cambiamento e via. Qualcosa che deve capitare e se non ti capita… beh, sei spacciato. Destinato invariabilmente a marcire nello stress e nella tua insoddisfazione professionale.

Ed è proprio questo modo di pensare al cambiare lavoro è una grande parte di quello che ci tiene bloccati.

La realtà invece è tutt’altra: le persone che cambiano lavoro più rapidamente e con il minor sforzo e difficoltà mentale sono infatti quelle che hanno spostato il loro assetto dal pensiero di “un unico grande cambiamento” a “millesettecento micro cambiamenti”.

Un micro cambiamento è una piccola azione – parliamo di cose da 5 minuti – che ti sposta di un piccolo passo nel tuo cammino.

E’ la bozza di una mail. Una telefonata, quel respiro profondo e il click di un pulsante che formalizza la tua iscrizione ad un evento. E’ salire in macchina per andare a quell’evento, anziché restartene sul divano, annoiato. E’ mettere insieme il coraggio per parlare con uno sconosciuto quando sei a quell’evento. E’ iniziare un corso di modellaggio di creta. E’ alzarti in piedi e vincere la timidezza per fare una domanda ad una conferenza.

Sono piccole azioni. Ma ciascuno di questi micro spostamenti che fai ti rende incredibilmente potente sia perché ti permette di avvicinarti passo dopo passo verso un lavoro più realizzante, sia perché ti permette di ricreare il tuo modo di pensare attorno qualcosa di più produttivo, energico e fiducioso.

C’è un bel libro che parla dei micro-cambiamenti e che ti spiega in dettaglio il perché della loro forza e come puoi metterli in pratica in ogni area della tua vita.

Qui ti riporto 3 motivi per cui i micro-cambiamenti, applicati al cambiare lavoro, sono così grandiosi:

1) Sono troppo piccoli per fare obiezioni.

Se all’interno del tuo piano di carriera ti dai l’obiettivo di contattare 10 persone, probabilmente lasci perdere.

Ma scrivere una mail ad una persona è decisamente più realizzabile, non trovi?

Certo, puoi sempre trovare una buona scusa per non farlo proprio adesso…

Ma se si trattasse anche solo di scrivere una bozza della mail?

E se fosse anche solo scegliere il nome della persona a cui vuoi scrivere e poi stabilire uno spazio nel tuo calendario per farlo? Decisamente più realizzabile e a prova di rimandite.

Semplicemente il fatto di mettere un piede nella porta è vincere mezza battaglia.

2) Costruiscono motivazione

Aspettare che ti venga la motivazione prima di cominciare è come urlare “PARTI!” ad una macchina ferma.

Cambiare carriera fa paura; non importa quanto tu voglia cambiare, c’è sempre una grande parte di te che tira indietro per tenerti dove sei.

Quella familiare, sicura, stabile situazione in cui sei adesso, con tutte le sue rassicuranti (anche se fastidiose) certezze.

Pensare di aspettare che arrivi una fiammata di motivazione grande abbastanza per superare tutte le tue resistenze potrebbe voler dire aspettare per sempre.

Quando invece cominci a fare micro-spostamenti è come costruire tu stesso la tua motivazione attraverso una serie di piccole azioni.

Diciamo che fissi un timer per 5 minuti e ti sfidi a trovare un evento che ti ispira a cui partecipare nella tua città per il prossimo mese.

E lo fai. Scopri un evento interessante che ci sarà proprio questo fine settimana. Non è nella tua città ma non è neanche troppo distante.

Quel successo, la scoperta di qualcosa di nuovo ed eccitante creerà da solo la motivazione per muoverti verso il tuo prossimo micro-spostamento.

Per quanto piccola sia quell’azione, sposta il tuo assetto mentale ad uno di energia, curiosità ed eccitazione e ti motiva a continuare lungo la tua nuova strada.

E pezzo dopo pezzo, momento dopo momento, azione dopo azione, esperimento dopo esperimento, impari a muoverti e ottenere ispirazione ed entusiasmo dal tuo stesso agire.

3) Si sommano

Un micro-spostamento non suona molto impressionante, da solo.

Ho scritto una mail”

“Mi sono iscritto ad un workshop”

“Ho detto al signore del negozio sotto casa che sto pensando di cambiare lavoro”

Ma quando questi micro-spostamenti sono piccoli abbastanza che è impossibile non realizzarli, allora ne fai di più. E diventano un onda di attività.

Se fai 20 micro spostamenti questa settimana, posso assicurarti che avrei fatto molta più strada nel tuo cambiamento di carriera di quanto tu abbia fatto la settimana scorsa.

A dire il vero, anche se di micro spostamenti tu ne facessi solo 2, saresti molto probabilmente più avanti della maggior parte delle persone che pensano “Dovrei ma non ho tempo”.  

Molto spesso infatti le persone ragionano con la mentalità del “tutto o niente”.

Si pensa al “grande piano” di cambiare lavoro ma si finisce per vederlo come una montagna enorme che incute più timore che voglia di agire.

Chi invece si muove per micro-cambiamenti ha un modo di vedere le cose molto più funzionale.

I micro-cambiatori infatti sanno che:

1. Ogni opportunità merita di essere esplorata

Con la mentalità del “tutto o niente” quando si presenta un’opportunità è piuttosto facile non coglierla perché molto probabilmente non ci sembra grande abbastanza da fare la differenza per il nostro grande obiettivo.

E’ altamente improbabile che tu abbia il tuo Grande-Momento-Di-Rivelazione di carriera a quel particolare evento a cui sei stato invitato, perciò perché darti noia d’andarci?

Non puoi creare il tuo lavoro dei sogni e allo stesso tempo fare il tuo lavoro di tutti i giorni e non puoi mollare il tuo lavoro di tutti i giorni, perciò perché darti da fare?

I Micro-cambiatori sanno invece che potrebbe esserci un piccolo segno a quell’evento. Potrebbero avere una conversazione con qualcuno che gli instilla un’idea che potrebbe diventare un progetto di cambiamento.

Sanno che scrivere il contenuto della prima pagina del loro nuovo sito li renderà più ispirati, il che potrebbe portare ad una chiacchierata entusiasta con un amico, che potrebbe portare ad una nuova conoscenza, che potrebbe concludersi con il portargli il loro primo piccolo cliente extra lavoro.

Se c’è un’opportunità disponibile, loro troveranno il modo di raggiungerla, perché qualunque passo avanti, per quanto piccolo, è meglio di nessun passo.

2. Ogni momento è utile

Quelli con la mentalità del “tutto-o-niente” sono dei maestri di procastinazione.

Quando avrò più tempo, sarò in grado di focalizzarmi sul mio cambio di carriera”.

“Quando avrò più soldi, sarò in grado di lasciare il mio lavoro e cambiare”.

“Ho bisogno di almeno un pomeriggio libero per scrivere email a possibili nuovi contatti”.

“Non sono pronto a fare quel corso ancora, ma magari fra sei mesi le cose andranno meglio”.

Suona familiare?

Per i micro-cambiatori invece, 5 minuti sono un sacco di tempo per cominciare qualcosa.

5 minuti in coda in banca per scrivere la prima orribile bozza di una mail per qualcuno di ispirante da contattare (perché una volta che hai la tua prima orribile bozza, la barriera di quell’orrenda pagina bianca se n’è andata).

Dieci minuti per parlare ad un amico di un’idea che hai avuto, per quanto vaga e incerta sia, per vedere quale ispirazione e possibilità ti può aiutare a pensare in proposito (perché in una settimana di tempo, quando il tuo amico dovesse trovare uno spunto per te importante, potrebbe mandartelo e dare il via a qualcosa di nuovo).

Un paio d’ore per andare ad un corso su qualcosa che ti interessa, anche solo perché ti interessa e qualunque cosa ti interessi è un piccolo “sì” nella coda delle tue lucine di segnalazione per il tuo nuovo futuro lavoro è decisamente più funzionale che restare a casa a rimuginare su quello che non va.

I Microcambiatori fanno piccole, consistenti azioni, perché ogni piccolo passo li porta più avanti lungo il loro cammino.

3. Qualunque persona è un valore.

Chi ha la mentalità del tutto-o-niente vive la profonda solitudine che viene dal cercare di muovere una montagna da soli.

“A volte mi chiedo se sono pazzo a voler cambiare”

“Non posso dire a x / chiedere a Y / domandare a Z, perché non so ancora esattamente bene cosa voglio”.

Quando hai davanti un grande compito davanti a te, che sia il “cambiare carriera” o “trovare la mia passione”, poco importa, ti sembra che devi avere le idee chiarissime prima di chiedere qualunque aiuto.

Come potresti sprecare il tempo di qualcun altro chiedendogli come hanno cominciato il loro business, quando non sei nemmeno sicuro che sia quello che volevi fare?

Perché dovrebbe quella persona ispirante condividere con te la sua esperienza quando non hai tu stesso chiarezza a proposito di dove sei diretto?

I micro-cambiatori invece sanno che chiunque persona con cui possono parlare può aiutarli a muoversi più avanti lungo la strada.

4. Qualunque vicolo cieco è un sollievo

Per i “tutto-o-niente” o hai la risposta giusta o hai fallito.

E se pensi di avere la risposta ma ti va male allora sembra sia stato tutto una perdita di tempo, si sentono inutili e pensano di dover ricominciare da capo.

I micro-cambiatori invece sono “multi canale”. Hanno una quantità di diverse idee in ballo e non sono sposati a nessuna in particolare.

Perciò, quando una di queste idee si rivela una cavolata, festeggiano. Per loro è solo uno dei tanti cammini sbagliati che non intraprenderanno, un errore gigante che si sono risparmiati e un passo più vicino alla chiarezza di quanto non fossero prima.

I micro cambiamenti non vanno sottostimati: SONO il “cambiamento di carriera”

Le singole azioni che rendono reale un cambiamento possono sembrare come navigare nel buio. Non sai veramente dove stai andando.

Provi le cose senza sapere se funzioneranno.

Spingi, tiri, cerchi di fare connessioni e cadi ripetutamente. Ma per fare progressi devi continuare a fare azioni, anche senza sapere dove ti porteranno.

Per questo i piccoli passi sono più semplici da fare dei grandi salti. Sono meno rischiosi, meno spaventosi e ti portano a quella motivazione indispensabile per continuare a muoverti verso il lavoro che ami.

Ecco alcune idee:

  • Trovare un corso che ti diverte
  • Unirti ad un gruppo di altre persone che cercano di cambiare lavoro
  • Chiedere a qualche conoscente se è disponibile a parlare con te a proposito del loro lavoro
  • Aprire un account per creare un blog
  • Chiedere ad un amico se vuole essere il tuo compagno di micro-cambiamenti
  • Comprare il materiale iniziale per il progetto che vuoi cominciare
  • Pensare ad una persona che fa il lavoro che ti ispira
  • Scrivere una lista di motivi per cui il lavoro di questa persona ti entusiasma
  • Prendere una strada diversa per andare a lavoro
  • Scrivere una mail ad un vecchio conoscente che ancora ammiri
  • Dire a qualcuno della tua folle irrealistica idea che avresti a proposito di quello che vorresti fare d’altro nella tua carriera.
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Erica Zuanon

Erica Zuanon

Ex frustrato Ingegnere-ma-volevo-fare-altro, oggi realizzata Content Strategist, Career Coach & Innovation Trainer, guido Aziende e Lavoratori ad affrontare con successo e autorealizzazione le sfide del cambiamento lavorativo nel mondo 4.0 attraverso il metodo proprietario CREEA®. Autrice di Missione Lavoro e Un Lavoro che Vale, ho ideato il progetto Azione IKIGAI per sostenere chi è alla ricerca del proprio perché professionale ma non sa come fare. 

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