Mai come oggi è importante avere un sistema strutturato per orientarsi nel mondo del lavoro. Le sfide del mercato globale e ipertecnologico in cui siamo chiamati a vivere sono così tante e in così continuo cambiamento che è indispensabile avere una bussola efficace con cui orientarsi e tenere la rotta anche quando le onde del cambiamento diventano tumultuose. In questo articolo vediamo quindi di capire cos’è veramente l’orientamento al lavoro oggi, quali sono le tecniche per l’orientamento professionale e perché non puoi pensare di procedere nella tua carriera senza sviluppare una capacità di lettura del mercato e del contesto.
Orientamento al lavoro: cos’è?
L’orientamento professionale, prendendo in prestito la definizione di Glossario Italia Lavoro è un insieme di attività con l’obiettivo di favorire le scelte formative e professionali che le persone compiono durante la vita, mettendole in condizione di prendere consapevolezza della realtà economica, sociale ed economica del contesto in cui vivono. Si rivolge a giovani e adulti che si trovano in situazioni di transizione (ad esempio nella fase di cambiamento di lavoro o nel passaggio dalla scuola al lavoro) e serve a fornirgli la capacità di correlare le proprie competenze e aspettative alla realtà del mondo del lavoro e delle professioni.
Orientare significa consentire all’individuo di prendere coscienza di sé, della realtà occupazionale e del proprio bagaglio cognitivo per poter progredire autonomamente nelle scelte in maniera efficace e congruente con il contesto.
Purtroppo però, nel modo tradizionale di vedere l’orientamento professionale si finisce per cercare di capire in quale prossima “scatola” lavorativa puoi essere inserito in modo da produrre reddito, sulla base di una valutazione delle tue predisposizioni personali e scolastiche.
Nella mia visione personale invece, l’orientamento al lavoro dovrebbe essere più un “piano a lungo termine di autorealizzazione”.
Orientarsi rispetto al lavoro in quest’ottica significa trovare il modo di allineare la tua vera natura, i tuoi unici talenti e propensioni, con le richieste del mercato.
Ma se fino a qualche anno fa il mercato aveva piuttosto chiaro ciò di cui aveva bisogno, oggi molto spesso gli stessi datori di lavoro non sanno sempre con esattezza di quali figuri professionali avrebbero necessità.
Questa può essere una grossa limitazione, soprattutto quando ad un colloquio ti trovi ad essere intervistato da qualcuno che – lo capisci in fretta – ha una conoscenza generica e approssimativa del processo per cui ti sta selezionando.
Del resto, come in ogni cosa, c’è anche un secondo lato della medaglia: se impari ad analizzare il mercato in modo proattivo e creativo, puoi identificare bisogni latenti a cui tu puoi trovare una risposta innovativa, ritagliandoti così opportunità di lavoro preziose.
Tecniche per l’orientamento professionale: il bilancio di competenze
Come ben dicevano gli antichi greci, la base di tutto è il conoscere te stesso.
Ognuno di noi, considerato che convive con se stesso quotidianamente, è convinto di conoscersi perfettamente.
In effetti sappiamo tutto dei nostri difetti, delle nostre abitudini e dei nostri gusti più frequenti. Ma, come sperimenta chiunque scelga di mettersi alla prova con un percorso strutturato di autoindagine, sono tantissime le sfaccettature di noi stessi che sottostimiamo, dimentichiamo o non consideriamo punti di forza professionali quali invece sarebbero.
Ecco perché una delle fasi indispensabili in qualunque percorso strutturato di carriera è proprio la fase di analisi iniziale delle tue competenze. Il bilancio di competenze è lo strumento più comunemente diffuso – anche se non l’unico – per fare questa ricognizione.
Con l’aiuto di un tecnico specializzato potrai quindi fare un censimento delle tue conoscenze, delle tue competenze trasversali o soft skills, delle tue abilità professionali e delle tue attitudini e propensioni.
Il tecnico può essere un career coach o un consulente di carriera, così come una società di outplacement nel caso di chi si trova a dover cambiare lavoro a seguito di conclusione di rapporto professionale.
Al termine del lavoro di bilancio solitamente il tecnico che ti supporta ti fornisce
- Il Dossier di bilancio che è solitamente composto dalle schede di analisi o autoanalisi delle tue caratteristiche personali
- la Relazione di bilancio: una relazione che riporta in sintesi i più importanti aspetti emersi dalle schede di lavoro e
- il progetto professionale o in altre parole il tuo obiettivo con il piano d’azione per realizzarlo.
Autoindagine e capacità di lettura del mercato e del contesto
Per quanto il bilancio di competenze sia un punto di partenza importante, il rischio è di credere che basti guardare bene dentro te stesso per sapere che cosa vorresti fare o vorrai fare d’altro nella tua vita professionale.
Ma ti chiedo: quanto probabile è che tu riesca a pensare qualcosa che non sai che esiste?
Anche dopo un’attenta analisi e presa di coscienza delle tue caratteristiche personali e attitudini, nel momento in cui cominci a guardare alle opzioni lavorative possibili, finisci per forza di cose a guardare il mondo solo sulla base di quello che conosci e che sai esistere.
Secondo un’interessante statistica ISTAT, il numero di professioni normalmente conosciute dalle persone si aggira attorno alle 200. Il numero però di professioni censite dall’ISTAT è di ben 6’000! E questa statistica non tiene in conto di moltissime delle nuove professioni digitali o tecnologiche che continuano a sbucare fuori come funghi dopo un acquazzone.
Capisci quindi che se anche arrivi a conoscere perfettamente chi sei e cosa ti piace sulla base di una serie di test e un lavoro sul bilancio delle tue competenze ma non conosci le dinamiche del nuovo mercato 4.0 con le sue diverse esigenze di professionalità… come puoi inventarti una nuova vita professionale?
Il problema è che molto spesso anche il tecnico che ti supporta nel bilancio delle competenze ha lo stesso tuo problema: conosce le dinamiche di autoindagine e le tecniche per l’orientamento professionale ma non conosce il mercato perché a sua volta non lo vive dal punto di vista delle dinamiche aziendali e delle criticità quotidiane che un’azienda incontra in questo nuovo mercato del lavoro. Non è quindi in grado a sua volta di proporti valide alternative o metodi concreti con cui esplorare le opportunità non tradizionali e fuori dall’ordinario.
Ecco perché è così importante, per riuscire ad affrontare in modo competitivo il mondo del lavoro di oggi, che tu sviluppi anche una capacità di guardare al mercato alla ricerca di altri lavori che non conosci o di altre problematiche che il mercato ha, per poterti proporre come la soluzione giusta al momento giusto.
Quello che più importa è che tu abbia compreso l’importanza di indagare tanto DENTRO quanto FUORI di te. Solo così puoi riuscire ad orientarti nel mondo del lavoro di oggi, che così tanto è diverso da quello di meno di una generazione fa.
Questo articolo fa parte di “Bloginrete” de LeROSA, progetto di SeoSpirito Società Benefit srl, in collaborazione con &Love e Scoprirecosebelle, che ha come obiettivo primario ascoltare le donne, collaborare con tutti coloro che voglio rendere concrete le molteplici iniziative proposte e sorridere dei risultati ottenuti. È un progetto PER le donne, ma non precluso agli uomini, è aperto a chiunque voglia contribuire al benessere femminile e alla valorizzazione del territorio, in cui vivere meglio sotto tutti i punti di vista.
5 commenti su “Come orientarsi nel mondo del lavoro?”
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