Voglio cambiare lavoro ma non so cosa fare: sono incerto su che lavoro fare, sono incerto se cambiare lavoro davvero, ho paura di ritrovarmi poi a pensare che ho sbagliato a cambiare lavoro e poi trovare lavoro con questa crisi... se cado dalla padella alla brace?
Se questi e mille altri dubbi ti stanno tenendo sveglio la notte, sei arrivato nel posto giusto.
Innanzitutto perché so ESATTAMENTE di cosa parli. Non per sentito dire. Non perché l’ho studiato in qualche libro. Ma perché l’ho vissuto nella mia soffertissima pelle di frustrato “ingegnere-ma-vorrei-fare-altro-ma-non-so-cosa”.
C’è la crisi, inutile cercare di negarlo come purtroppo tentano di fare molti politici ancora oggi, ma con questa storia finiamo per rimanere distratti dalle vere cause del problema, perdendo tempo invece prezioso che potremmo dedicare a risolverlo.
Oggi accontentarsi di un lavoro insoddisfacente solo per paura della crisi è una bugia pericolosa a cui credere. Questo perché, come vedremo, se avere un lavoro che ti appassiona era un tempo solo un “di più”, oggi è il requisito fondamentale e indispensabile per avere successo nel mondo in cui viviamo.
Perciò innanzitutto comincia a pensare che se sei nella condizione del voglio cambiare lavoro ma non so cosa fare esattamente, sei in una condizione fortunata.
Hai capito bene: fortunata.
Perché significa che la tua capacità di sognare, di sperare, di desiderare un futuro migliore non ti è stata portata ancora via. Non sei uno zombie ma una persona che ancora ha forza e voglia per lottare e questo ti fa immenso onore.
In secondo luogo, sfatiamo un grandissimo mito: il mito dell’unica vera grande vocazione.
La richiesta implicita di dover scegliere una sola identità è praticamente ovunque: i libri classici sulla carriera, i percorsi formativi di orientamento, lo stesso bilancio di competenze o i test di personalità hanno di fatto l’obiettivo di aiutarci a RIDURRE le nostre opzioni e scelte lavorative, dando per scontato che ne esista UNA meglio di tutte le altre.
Fin dalle superiori ti viene chiesto di prendere una scelta ben precisa. Ma la realtà che la scienza ha da poco dimostrato è che potrebbe non essere affatto così.
Degli studi sui multipotenziali resi famosi da Emilie Wapnick ho già parlato nel post Che lavoro fare: il mito dell’unica vera vocazione.
Oggi invece, a te che preoccupato pensi “Voglio cambiare lavoro ma non so cosa fare esattamente”, riporto gli studi di un altro interessantissimo filone di ricerca che ti farà guardare alla tua situazione da un punto di vista molto diverso e potenziante.
Il pericolo di forzarsi a scegliere quando vuoi cambiare lavoro ma non sai cosa fare esattamente
Una teoria piuttosto famosa in ambito di prestazioni di eccellenza è quella riportata da Malcolm Gladwell nel suo libro Outliers (Fuoriclasse). Questa teoria è stata ipotizzata dopo una nota una ricerca secondo la quale per ottenere competenze di prim’ordine in qualunque settore sono necessarie 10.000 ore di pratica. Perciò, se vuoi avere successo, ti conviene individuare la tua vocazione molto presto e poi specializzarti in modo ossessivo.
Affascinante certo. Ma se uno NON sa cosa vuole fare?
E, soprattutto, se si accorge a metà del cammin di sua vita che non vuole più fare quello che faceva, vuole cambiare lavoro e anzi proprio cambiare vita, ma non sa cos’altro vorrebbe fare? Uno così che fa? Si butta dalla finestra, si dà per spacciato o si rassegna a fare una vita d’inferno per il resto dei suoi giorni?
È quello che mi sono chiesta io stesso a lungo. Fino a che non ho capito che c’era anche un altro lato della medaglia.
Naturalmente non sono l’unica e, come spesso succede, sono salita sulle spalle di giganti ben più alti di me per poter vedere oltre il mio orizzonte. Uno di questi giganti è David Epstein, autore di Range: How Generalists Triumph in a Specialised World, tradotto in italiano con il titolo Generalisti. Perché una conoscenza allargata, flessibile e trasversale è la chiave per il futuro
Nel suo libro Epstein rivolta le carte in tavola e dice che la flessibilità, al contrario della specializzazione, è la chiave per il successo. I generalisti (ovvero quelli che non sanno bene cosa fare perché in realtà potrebbero fare ugualmente bene tante cose) si adattano più facilmente e hanno maggiori probabilità di individuare connessioni inesplorate. In un mondo estremamente complesso e in rapido mutamento, si tratta di vantaggi fondamentali.
Epstein cita esempi provenienti da economia, cultura e sport. Certamente Tiger Woods è diventato un campione di golf grazie al fatto di aver iniziato a giocare da piccolo, ma un altro fuoriclasse, Roger Federer, ha provato per anni sport diversi prima applicare le sue attitudini al tennis. C’è più probabilità che gli scienziati insigniti del Premio Nobel si dedichino a un hobby artistico rispetto ai colleghi meno affermati, così come gli spettacoli di Broadway che uniscono generi diversi hanno più possibilità di sbancare al botteghino.
Il messaggio evidente è che la società ha tendenzialmente sopravvalutato gli specialisti, sottovalutando i generalisti.
David Epstein
Se vuoi cambiare lavoro ma non sai cosa fare allora… butta il CV
Ah lo so, l’ho detta grossa. Buttare il CV?
Esatto. Butta il CV e gira alla larghissima dagli ATS (quei software feroci che analizzano i CV come un raggio laser e scartano talenti preziosi solo perché hanno 3 giorni e mezzo di più del limite massimo d’età previsto oppure hanno un “buco” inspiegabile nella linea del tempo professionale).
E no, non sono io che sono impazzita. Lo dice lo stesso Epstein, in un’intervista rilasciata per AvivaInvestors:
“Ho partecipato a conferenze durante le quali si parlava di tentativi di automatizzazione delle risorse umane, dal momento che online sono disponibili così tanti curriculum che è possibile capire quali persone abbiano esperienza diretta in ciò che si sta cercando. Ma il lavoro di Abbie Griffin, che studia i cosiddetti innovatori seriali, dimostra che questo approccio tenderà ad escludere tali potenziali innovatori seriali, dal momento che queste persone tendono a seguire percorsi non lineari, nel caso in cui abbiano già lavorato e dispongano di connessioni su più domini.” (David Epstein)
Chiaro il concetto? Se sei un generalista, pur avendo tu un potenziale praticamente illimitato – se coltivato adeguatamente e non calpestato! – per essere una risorsa chiave per il futuro dell’umanità, verrai con ogni probabilità scartato dagli ATS (e anche da qualche recruiter NON illuminato).
Ok, non ti deprimere. Questa notizia è come quando Neo scopre in Matrix che la realtà non è come pensava. Non la prende benissimo a primo acchito ma poi, con il giusto ALLENAMENTO e tanta determinazione, riesce a conquistare una maestria tale sulla Matrix da esserne libero.
Ecco. Questo è quello che puoi fare anche tu.
E senza dover imparare ad attraversare i muri o schivare proiettili muovendoti a super velocità.
Quello che ti serve è smettere di essere uno dei tanti ingranaggi del mondo capital-consumistico in cui viviamo e trasformarti in professionista stimato, rispettato e soprattutto soddisfatto, economicamente e personalmente.
Ci troviamo in un mondo che è totalmente cambiato non solo rispetto alla generazione dei nostri genitori, ma addirittura rispetto a solo qualche anno fa, prima dell’arrivo della crisi e della diffusione del web 3.0 con tutte le conseguenze di cui la maggior parte delle persone ignora l’esistenza, figuriamoci riuscire a trarne vantaggio o anche solo non esserne schiacciati. Non parlo solo del fatto che la pensione non è più una certezza – e comunque ti basterà a stento per pagartici le bollette, non certo per vivere – o del fatto che la crisi ci ha abituati a vedere chiusure, fallimenti, riduzione dei posti e dei salari, licenziamenti improvvisati, “mobilità” forzata e mille altre meraviglie, ma parlo di tutta quella serie di informazioni che i media fingono di ignorare e di cui la maggioranza è ancora all’oscuro, riguardo il reale impatto della tecnologia sulle nostre vite.
Oggi viviamo in un’epoca di economia della conoscenza, in cui il lavoro del prossimo anno potrebbe non essere simile a quello dell’anno precedente. Molte persone si accontentano di una serie di competenze specialistiche, e sono incapaci di adattarsi. Tutto ciò ha causato gravi agitazioni sociali in molti paesi che sono rapidamente passati da un’economia industrializzata a una della conoscenza, troppo rapidamente perché i lavoratori potessero adeguarsi.
I lavoratori dovranno reinventarsi più spesso, più volte nel corso della loro carriera, in un modo mai sperimentato in passato. A meno che non vogliamo accontentarci della situazione attuale, vale a dire di tantissime persone che perdono lavori di produzione e non sono in grado di trovare un’altra occupazione; dobbiamo creare sistemi che consentano alle persone di reinventarsi.
David Epstein
Questa crisi non passerà, come ancora troppi continuano a sperare. Cambierà faccia, cambierà forma, ma la rivoluzione è appena iniziata.
E’ così perché esistono dei movimenti tecnologici in atto, di cui stiamo incominciando a vedere solo la punta dell’iceberg. Un iceberg così grosso che farà fare la fine del Titanic a chiunque non si decida a cambiare direzione al più presto.
Il mondo è (di nuovo) cambiato e gli ostacoli da sormontare sono più alti che mai. Ci troviamo di fronte a una rivoluzione totale, a un mercato iper-competitivo che esige da te (e da tutti) la capacità di offrire un contributo indispensabile a qualcosa cui tieni davvero.
(Seth Godin)
Voglio cambiare lavoro ma non so cosa fare: ho capito che non è un male ma, in pratica, cosa devo fare?
Giusta domanda. Allora guarda, la situazione è questa: puoi leggerti tutti i miei post in questo blog e già troverai parecchi spunti. Puoi comprarti i libri di cui a volte parlo nel mio blog e leggerterli. Puoi cercarti informazioni online (e diventare matto). Puoi ingaggiare un costoso career coach (e comunque ti sentirai con ogni probabilità solo contro il mondo).
Oppure puoi venire a scoprire il nuovo innovativo percorso [GRATIS] che ho messo in piedi. L’unico percorso ALL in ONE che ti permette di avere allo stesso tempo: consulenza di carriera, strumenti all’avanguardia per la ricerca efficace di lavoro, esercizi quotidiani per trovare le risposte che cerchi riguardo al tuo futuro, dei coach esperti a cui chiedere consiglio e molto molto altro ancora.
1 commento su “Sono bloccato: voglio cambiare lavoro ma non so cosa fare esattamente”
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